Il ruolo delle farmacie nel dopo-covid, la riflessione del presidente di Federfarma Calabria Enzo Defilippo


 “La pandemia ha fatto emergere sia le criticità del sistema sanitario sia le potenzialità di alcuni settori/servizi che, meglio di altri, hanno saputo reagire al contesto emergenziale. I punti di forza e di debolezza del sistema sono anche i fattori che vanno analizzati e considerati per identificare gli interventi correttivi per affrontare la delicata fase attuale volta a superare l’emergenza sanitaria”. E’ quanto afferma il presidente di Federfarma Calabria, Enzo Defilippo.

“A livello generale, il Covid-19 ha dimostrato l’importanza di poter contare su una rete di assistenza territoriale efficiente, capillare, vicina ai cittadini e in grado di alleggerire il carico di lavoro che grava su ospedali e ASL – continua Defilippo -. Dove la rete di cure primarie è più sviluppata ed efficiente la pandemia è stata affrontata in modo più efficace, dove tale rete è carente, i problemi sono stati maggiori sia in termini di diffusione del contagio sia di costi sociali ed economici sostenuti”.

“Da parte mia, tengo a sottolineare l’impegno garantito dalle farmacie nelle varie fasi dell’emergenza sanitaria. Le farmacie sono state tra i pochi esercizi rimasti sempre aperti fin dalle prime fasi dell’emergenza sanitaria, impegnandosi a supportare cittadini disorientati e spaventati dalle notizie allarmanti via via diffuse. Hanno dovuto quindi ri-organizzare la propria attività per dare risposte adeguate sia dal punto di vista della corretta informazione sia dal punto di vista dell’erogazione di prodotti e servizi necessari ad affrontare l’emergenza – continua la nota -. Le farmacie hanno quindi risposto con generosità e professionalità alle esigenze dei cittadini. Sono state in grado di assicurare un servizio efficace, pur in condizioni operative difficilissime, soprattutto per la necessità di garantire la sicurezza degli utenti e degli operatori. Il tutto in un contesto normativo non sempre chiaro e di facile applicazione, caratterizzato da continui interventi e da una sovrapposizione di misure”.

“I cittadini, da parte loro, si sono trovati in forte difficoltà nell’accedere ai servizi sanitari pubblici (dal medico di medicina generale agli ambulatori specialistici e agli ospedali, per patologie non-Covid). Da queste considerazioni nascono alcuni spunti di riflessione per una riorganizzazione dei servizi sanitari territoriali nella fase attuale. Un importante elemento di novità, dettato dalla necessità di ridurre gli spostamenti e dalla paura dei pazienti di recarsi presso le farmacie dei presidi ospedalieri, è stato il trasferimento alla farmacia di alcuni farmaci precedentemente in distribuzione diretta, adottato da alcune Regioni per far fronte all’emergenza – spiega ancora il presidente di Federfarma Calabria -. È necessario lavorare per rendere questa novità parziale un elemento organico del sistema. Parallelamente, è necessario puntare su un riconoscimento strutturale del ruolo della farmacia sul fronte della prevenzione e del monitoraggio delle patologie croniche, promuovendo l’erogazione di screening, vaccinazioni, servizi di prima assistenza, nonché sul fronte del supporto ai pazienti cronici o, comunque, fragili, incentivando i servizi di consegna di farmaci e prodotti sanitari a domicilio, telemedicina, telemonitoraggio, e così via. In questo senso la farmacia dei servizi, così come ampliata a seguito dell’emergenza sanitaria attraverso la possibilità di effettuare in farmacia test basati su prelievo di sangue capillare, ma anche vaccinazioni, diventa un elemento essenziale per rafforzare l’assistenza territoriale anche una volta che l’emergenza sarà superata”.

“In quest’ottica è fondamentale che si tenga conto della necessità di investire sul servizio farmaceutico per valorizzarne le potenzialità e sfruttarne la capacità di intervento in un’ottica di prossimità, elemento questo fondamentale soprattutto in una fase che richiede ancora di ridurre gli spostamenti e gli assembramenti, ma essenziale anche in prospettiva a fronte del progressivo invecchiamento della popolazione e dell’aumento delle cronicità e fragilità – spiega ancora  Defilippo -. Questo significa: adeguare la normativa vigente, risalente per alcuni aspetti anche alla prima metà del secolo scorso, in modo da ridefinire le competenze dei farmacisti e le modalità di collaborazione con gli altri operatori sanitari del territorio; aumentare le risorse per remunerare il servizio offerto dalle farmacie, sia per quanto riguarda la dispensazione dei farmaci sia l’erogazione di servizi aggiuntivi (monitoraggio corretto uso del farmaco, aderenza alla terapia, telemedicina, vaccini,). Un primo segnale in questa direzione è costituito dalla remunerazione aggiuntiva prevista dal DL Sostegni in attesa di una riforma strutturale della remunerazione delle farmacie sui farmaci SSN; prevedere incentivi specifici per supportare l’attività delle farmacie nelle Aree interne e rurali, più lontane dai presidi sanitari pubblici, situati nei centri abitati più grandi; più, in generale, superare l’ottica economicistica nell’affrontare i problemi della sanità, per passare a un approccio basato sull’analisi dei risultati e sui risparmi prodotti dagli investimenti sul farmaco e sulle farmacie sull’intero comparto sanitario e sulla spesa delle famiglie (meno ricoveri, meno spostamenti, maggiore controllo delle patologie, migliore qualità della vita delle persone).

“L’altro grande tema che è necessario affrontare è quello del ritorno alla normalità per quanto riguarda l’assistenza ai pazienti cronici, che nella fase emergenziale sono stati spesso trascurati e non sono riusciti a curarsi in modo adeguato. La farmacia può dare un contributo importante su questo fronte monitorando il corretto uso dei farmaci e l’aderenza alla terapia, uno strumento importantissimo per far sì che l’utilizzo del farmaco venga ottimizzato e possa produrre risultati documentati soprattutto in termini di miglioramento dello stato di salute della popolazione. Il possibile ruolo della farmacia su questo fronte è stato evidenziato dal Piano nazionale della cronicità. Il Piano, infatti, sottolinea come “le relazioni di prossimità del farmacista e il suo ruolo professionale gli permettono di instaurare un rapporto di confidenza con gli utenti abituali e di svolgere una funzione potenzialmente attiva nell’educazione, informazione e assistenza personalizzata. In particolare, le farmacie possono conseguire significativi obiettivi in termini di prevenzione primaria e secondaria nel rispetto di protocolli condivisi con il team specialistico e con i medici di famiglia/pediatri, anche per quel che riguarda l’aderenza dei trattamenti a lungo termine.”

“Nella fase attuale, quindi, è necessario operare su più fronti – conclude Defilippo -1) mantenere alta la guardia nei confronti del virus, valorizzando il ruolo delle farmacie come presidi territoriali in grado di svolgere un ruolo importante sul fronte del monitoraggio dei contagi e della profilassi (vaccinazioni); 2) garantire ai cittadini un agevole accesso alle prestazioni del SSN. Anche in questo caso le farmacie possono andare incontro ai bisogni della popolazione, dispensando il maggior numero di farmaci possibile (compresi quelli attualmente erogati da ospedali e ASL, ma che non richiedono un controllo medico specifico in fase di somministrazione) e effettuando servizi di telemedicina (ecg, holter, spirometria); 3) riprendere in mano il tema della prevenzione e delle cure sul fronte della cronicità, perché altrimenti rischiamo di ritrovarci con un numero enorme di pazienti la cui situazione di salute si è aggravata e sarà difficilmente recuperabile. Le farmacie, in questo caso, possono aiutare i pazienti ad assumere correttamente i farmaci, rispettando le indicazioni del medico su dosi e tempi di somministrazione, rimettendo così in carreggiata quei soggetti che, a causa della pandemia, hanno sospeso o seguito in modo irregolare le terapie farmacologiche”.