Il vertice di Palermo, la Libia e l’Italia


Patetici, i giornali italiani, e chi li dirige occultamente. Stamani tutti obbedivano a qualche ordine o passa parola: dire il meno possibile del vertice di Palermo, minimizzare, fare finta. Del resto, i giornalisti italiani sono abituati alla cronaca nera e ai pettegolezzi di palazzo, e per loro il Mediterraneo è, al massimo, un posto per i bagni estivi.

Ci vuole davvero una bella faccia tosta, a non mettere in primissima pagina un evento mondiale, con 38 Stati, e tra questi USA, Russia, Egitto; e Haftar… ahah, l’altro ieri i giornali esultavano a colpi di “Haftar non viene”, e invece è venuto, e Conte gli ha fatto stringere la mano a Serraj. Riassunto: i giornali italiani sono tutti contro il Governo; ma gli Italiani se ne impipano quando vanno a votare; e l’intero Mediterraneo era a Palermo. L’Europa Unita mandò la Mogherini, che ha fatto quello che sa fare: la bella statuina. Che è successo, a Palermo?
Una leggenda popolare vuole che da Sciacca si veda l’Africa. Magari ci vorrebbero occhi di lince, però che la Libia sia vicina, lo dice, prima della geografia, la storia.

L’Africa romana, in età imperiale, era (detto inter nos) molto più romana, oltre che molto più produttiva, di gran parte dell’Italia! Bastino i nomi dei Severi e di sant’Agostino. Rapporti intesi, anche se conflittuali, continuarono fino a tempi recenti, quando la Francia conquistò l’Algeria e soffiò all’Italia la Tunisia, e la Gran Bretagna mise mano di fatto sull’Egitto. Restavano Tripolitania e Cirenaica, che l’Italia faticosamente conquistò nel 1911-2 con il nome classico di Libia, e di fatto negli anni 1930. Nel 1938 la costa venne annessa direttamente al Regno d’Italia, e popolata da contadini italiani.
Breve gloria, perché nel 1942, dopo la sconfitta di Alamein, la Libia venne occupata dagli Inglesi, infine assegnata, come finto regno, al Senusso, antico nemico dell’Italia. Nel 1970, il colonnello Gheddafi abbatté il reuccio e impose una dittatura nazionalpopolare.

Dopo una fase di ostilità all’Italia per ricordo del passato coloniale, i rapporti migliorarono grazie a Berlusconi, il che aveva in qualche modo fermato anche l’immigrazione clandestina.
Per ragioni certo misteriose e certissimamente inconfessabili, nel 2011 il presidente francese Sarkozy iniziò una guerra alla Libia. Lo seguirono la Gran Bretagna di Cameron, e Obama, il famoso Nobel per la pace cui non sfuggì mai l’occasione di una guerra! Gheddafi fu ucciso. Berlusconi, con un perfetto 8 settembre, passò dalla parte degli Occidentali!

I tre bombardatori e assassini, una volta eliminato Gheddafi se ne andarono con tanti saluti, contentandosi di più o meno loschi affari petroliferi. La Libia cadde nell’anarchia, con due governi, Haftar e Serraj, e non si sa quante tribù: una situazione che solo Gheddafi aveva potuto tenere sotto controllo.
L’Italia, tanto più caduto Berlusconi (così impara!), pagò il prezzo di tutto questo, con un’immigrazione di massa, proveniente in massima parte da porti libici in mano a tribù che esercitavano il mestiere di scafisti; validamente aiutate (in buona o cattiva fede, è da vedere caso per caso) da ong e buonisti vari. Qualcosa fece Minniti, l’uomo di sinistra più odiato dalla sinistra; e sembra risolutiva, speriamo, l’azione di Salvini.

Il vertice voluto e gestito dall’Italia inizia a porre fine al disastro provocato da Sarkozy, Cameron e Obama. Ora vediamo quali effetti concreti sortirà nel breve e medio periodo: però mai si sarebbe pensato che i due nemici, Haftar e Serraj, si stringessero la mano. Manca un documento finale? Meglio così: la situazione è fluida, e non va incaprettata in impegni parolai, che impedirebbero la necessaria elasticità.

Quanto ai capricci della Turchia e alla stizza di Macron, peggio per loro. Chiunque conosca un poco di storia dei congressi e delle diplomazia in genere, sa che scherzetti come quelli sono ordinaria amministrazione. Vi faccio un esempione enorme: nel 1814-5, durante il Congresso di Vienna, il Congresso stesso stava dichiarando guerra… non alla Francia nemica, ma alla Prussia alleata! E abbandoni e ritorni sono mosse provvisorie per darsi importanza. La Turchia tornerà all’ovile, e dovrà smetterla di finanziare i terroristi e i fanatici musulmani. Se no, arrivederci.

Vi ricordo che i regimi ba’th, ovvero nazionalpopolari come quelli di Saddam e Gheddafi, e oggi quelli di Assad in Siria, sono laici, e perciò sempre nel mirino di qualche al Qaeda e loro amici.
È di grande rilievo che il vertice per la Libia si sia tenuto a Palermo, nel cuore del Mediterraneo, e nel Meridione italiano. La scelta del luogo ha un valore altamente simbolico di una politica mediterranea, e quindi meridionalista.

Dobbiamo, i Meridionali, uscire dai nostri tradizionali piagnistei pianti, scritti e filmati; e aprirci al mondo, ad Africa e Asia soprattutto, che possono divenire importanti mercati: e mica c’è solo il petrolio. Alla fine, la politica estera è anche sostegno dei legittimi interessi.

Ulderico Nisticò


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