Il Viminale contesta il sindaco-sceriffo Alecci. La chiusura della scuola dell’infanzia “Padre Pio” fu illegittima


Ma la risposta all’interrogazione della senatrice Granato arriva dopo l’elezione a consigliere regionale

“Il 5 maggio scorso il sindaco di Soverato, neo eletto consigliere regionale in quota Pd, emanava un’ordinanza per la chiusura della classe II B della scuola dell’infanzia “Padre Pio”, in quanto non aveva trovato un accordo con la dirigente scolastica sul diritto di un alunno disabile di usufruire della terapia comportamentale più idonea. Secondo il sindaco-sceriffo si trattava di una provocazione: dato che la preside non gli aveva risposto aveva pensato bene di chiudere la classe per un giorno. C’è solo un piccolo dettaglio che “stona” in questa vicenda: in base ai poteri attribuiti dalla normativa sugli enti locali non avrebbe potuto farlo. É arrivata ieri, difatti, la risposta scontata del Viminale ad una mia interrogazione sulla vicenda, in cui chiedevo al ministero se il sindaco, nell’emanare quell’ordinanza, non avesse travalicato clamorosamente le sue attribuzioni di primo cittadino”.

E’ quanto afferma la senatrice Bianca Laura Granato (L’Alternativa c’è) che lo scorso 8 maggio ha depositato una interrogazione a risposta scritta al ministro dell’Interno per sollecitare “l’intervento del prefetto territorialmente competente ai fini dell’annullamento dell’ordinanza del sindaco di Soverato, Ernesto Alecci con una ordinanza sindacale aveva chiuso la classe II B della Scuola dell’Infanzia “Padre Pio”.

“Il ministero dell’Interno – spiega la senatrice Bianca Laura Granato – ha concordato con la mia tesi, ribadendo l’illegittimità dell’atto emanato, ma ha pensato bene di replicare alla mia richiesta non appena concluse le elezioni regionali, cioè quando Alecci è già al sicuro su un’altra poltrona”.

“Spero, anche se non ci credo affatto, che il neo consigliere Alecci possa fare meglio nella sua veste di rappresentante dei cittadini della Calabria – conclude la senatrice Granato – anche perché se siamo nelle mani di chi, al posto di attivarsi concretamente per trovare soluzioni idonee come per il caso della scuola di Soverato, tenta prove di forza illegittime, piegando la legge ai suoi desiderata, non vedo alcuna possibilità che il mandato da consigliere possa essere svolto in modo conforme rispetto alle aspettative dei cittadini calabresi”.