Il virus di Babele


Le epidemie, essendo fenomeni difficilmente controllabili quando non incontrollabili del tutto, scatenano queste reazioni, che per cause antropologiche sono sempre le stesse ogni volta, e in quest’ordine cronologico:

1. Incredulità e rifiuto dei fatti;
2. minimizzazione e inattendibili notizie ufficiali;
3. reazioni scomposte, estemporanee, non coordinate
4. disordine di istituzioni e popolo;
5. panico.

Di fronte al coronavirus, abbiamo superato i punti 1 e 2; e, sperando di non arrivare a 4 (ci siamo vicini) e 5, siamo vistosamente al 3. Proviamo a capirci qualcosa:

– per qualche lungo giorno, intellettuali e governo si son o preoccupati del razzismo e non dell’epidemia;
– si è parlato, seriamente, di quarantena volontaria: ahahahahahahah!
– continuano a blaterare di frontiere aperte;
– mentre gli altri, non fidandosi, chiudono loro le frontiere con l’Italia: la Francia blocca un autobus a Lione; e Mauritius, una specie di Paese dei balocchi, si mostra decisa a prendere serissimi provvedimenti contro i nostri turisti; e si mormora facciano lo stesso alcuni Paesi dell’Africa: chiudano i porti!

– intanto, ci sono aree italiane in stato d’assedio e sotto controllo militare, con quanto si può immaginare;
– però dalle stesse aree c’è chi è già partito in auto verso Sud, e tanti saluti;
– qualcun altro, viaggiando in aereo, dichiara – relata refero, mica c’ero – di non aver subito alcun controllo né alla partenza né all’arrivo;
– altri sussurra che si vola senza mascherine, né i viaggiatori né il personale: mistero!
– insomma, le notizie ufficiali sono spesso contraddette dal passaparola…
– in Calabria chiudono le scuole, ma non si sa se e quando, e nemmeno chi è che ha dato o darà l’ordine;

– al panico (punto 5) ancora non siamo, però c’è chi fa scorte di viveri e mascherine: un fenomeno che al Nord è già pubblico e ben documentato;
– l’economia italiana, già cachettica, subisce colpi durissimi anche per la cattiva gestione dell’epidemia e delle sue conseguenze sociali.

Ora, come si dice, andando vedendo.

Ulderico Nisticò