Spero solo che non s’infili a gamba tesa qualche Corte europea di quelle sempre pronte a coccolare qualcuno, nostrano o forestiero che sia. Intanto Impagnatiello è stato condannato all’ERGASTOLO, fine pena mai.
La sentenza è cosa molto, molto più seria di chiacchiere sul “patriarcato”: una parola abusata e ieri 25 tornata di moda, e che non c’entra nulla. Impagnatiello non è un patriarca o un portatore di millenarie ideologie: è un assassino a mente fredda, e va punito a vita. Lo stesso, spero, per Filippo Turetta: fine pena mai. Ditemi voi se Turetta ha la faccia del patriarca: ahahahah!
Vanno punito in faccia al mondo, in maniera esemplare, perché tutti lo sappiano; e provino paura di una giustizia che è giustizia davvero, non applicazione di più o meno fantasiose teorie.
Un’altra buona notizia: in un caso di bullismo con serie conseguenze, sono stati condannati i genitori del colpevole con la motivazione di non averlo educato.
È ora di restituire realismo alle cose. Un omicida è un omicida, anche se è un’omicida, cioè una donna che uccide qualcuno o qualcuna. Un ladro è un ladro: e se Jean Valjean dei Miserabili rubò un pane per sfamare sette nipotini, la stragrande maggior parte dei ladri ruba per non lavorare e permettersi lussi.
È ora di mettere timore ai violenti, che, quasi sempre, sono dei deboli nevrastenici; e spesso una sana minaccia mette loro ordine nelle teste sballate.
È ora di smettere di far credere alle ragazze e donne che siamo tutti buoni, o lo diverremo a colpi di sfilate e ore di scuola perse e temi in classe scopiazzati; e invece avvertirle che non tutti sono frequentabili, tanto meno se spacciano droghe o manovrano troppi soldi sospetti. Al contrario, per elementare psicologia, i troppi buonini e mici mici come Turetta sono più pericolosi dei normali giovanotti con qualche intraprendenza.
Serve l’educazione sentimentale? Per carità, niente materie aggiuntive a vantaggio di qualche amico del preside mentre i ragazzi giocano con il cellulare. Basta insegnare letteratura, e far capire – e io ho dovuto faticare – che don Rodrigo non è mica innamorato di Lucia e tanto meno se la vorrebbe sposare al posto di Renzo, ma è un infoiato bulletto di paese che fa lo spiritoso con don Abbondio, e poi trema davanti a un bullo genuino come l’innominato.
Però non è che io, spiegando il Tasso, posso inventarmi che è stata Clorinda a uccidere Tancredi, se no è politicamente scorretto!!! E che Beatrice sta in Paradiso perché è morta giovane e bella, invece di invecchiare suocera bisbetica. E che il Leopardi, sognando la fanciullina Silvia, non è un pedofilo.
Intanto, Corti europee permettendo, Impagnatiello se ne va in gattabuia finché campa; e attendo che Turetta lo segua.
Ulderico Nisticò