La Calabria ha bisogno del Governo


La Calabria è l’ultima d’Europa, con quel che segue. A scanso di equivoci, ricordo che, in quanto Regione, è stata governata (ridete!) dalla sinistra e dal centro(destra), e che i vari Nisticò, Chiaravalloti, Scopelliti di centro(destra) nemmeno sono riusciti ad essere peggiori della sinistra: nulla la sinistra, nulla gli altri.

Mentre la Calabria diventava l’ultima d’Europa, l’Italia è stata governata (ahahah!) da ogni razza di politicanti di centro, centro(destra) e sinistra. Tutti, in Italia come in Calabria, hanno non dico promesso, dico assicurato che la Calabria sarebbe stata prestissimo la prima d’Italia, la prima d’Europa, la prima del Mondo, la prima del Sistema Solare. Come?
Ma con SIR, Saline, Isotta Fraschini, palline da tennis e infinite altre industrie e commerci; per non dire del turismo eccetera.

E non parliamo di Gioia Tauro, che, secondo il fantasioso Pino Soriero, arricchirà tutti i porti del Pianeta, non escluso quello dei Feaci, che era uno e non due come si sogna Wolf. Già, dimenticavo che la Calabria deve diventare miliardaria con gli sbarchi di Ulisse.
Tutto quanto precede è solo un pallido riassunto della triste realtà. Ci sono soluzioni?

Alle elezioni regionali del prossimo 2019, il centro(destra) vincerà di sicuro; e, con i nomi che circolano, non cambierà un bel niente rispetto alla situazione attuale. Tanto meno, cambierà la pigrizia dei passacarte, i quali, come è noto, sono tutti amici, parenti e soci di loggia eccetera sia del centro(destra), sia del centro, sia della sinistra.
A titolo personale, dunque, il massimo che posso fare è passare in campagna la giornata elettorale.

Quello che può fare molto è il Governo, questo Governo attuale, presieduto da Conte e con i due vice Di Maio e Salvini. Il Governo, in quanto tale, può e deve fare tutto quello che è di sua competenza, e, possibilmente, molto di più.
Ma non basta. Quello che i tre possono fare non in quanto Governo ma in quanto capi politici, è di mettere mano a un radicale rinnovamento della classe politica calabrese. Per esempio, dichiarare che gli attuali consiglieri regionali di centro(destra) hanno lavorato troppo, forse sono stanchi, è giusto se ne vadano in pensione, ovvero casa di riposo!

Sono seduti sulle loro sedie da un pezzo, niente di male se si levano dagli stivali!
Al loro posto? Beh, in un anno, si possono ben trovare dei candidati capaci e senza machiavellismi della domenica!
Non bastano, però: serve un ripensamento profondo dell’idea di Calabria, quindi una classe culturale capace di analisi, idee e strumenti tecnici di amministrazione. Una bella rivoluzione culturale, che emargini quei piagnoni, depressi e furbetti i quali finora sono, tristemente, l’essenza, anzi l’unicità della cultura ufficiale calabrese.
Aspetto interventi rapidi e concreti.

Ulderico Nisticò


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