La Calabria ha votato quanto l’Emilia Romagna


C’è cascato persino un luminare come Vito Teti, a scagliarsi contro una immaginata inferiorità di senso civico della Calabria, mentre la civilissima Emilia Romagna… e altri si sono dati allo sport più antico e redditizio delle calabri terre, l’insinuazione antimafia segue cena. Dimenticando che la Calabria del 2020 ha votato esattamente come nel 2014, il 44%. Ahahahahahah.

In cosa sono cascati, anche quelli illustri e in buona fede? Seguite questo esempio: il mio nobile paese d’origine, Cardinale, conta 1.990 abitanti, inclusi i minorenni; e 3.400 elettori. Sì, avete letto bene: nelle liste elettorali di Cardinale, per una legge assurda voluta da un mio onesto ma non intelligente camerata oggi trapassato, risultano 1.400 circa che vivono in Nevada, Uruguay, N. Zelanda… e che, per votare, dovevano recarsi a Cardinale.

Idem per tutto il resto della Calabria, compreso quello che ha fatto, sia pure senza molta gloria, il presidente dell’Argentina, che doveva andare o a S. Giorgio Morgeto o a Polistena.

Siccome nessuno è stato così folle a spese sue, risulta che a Cardinale 1.400 persone non hanno votato; più l’astensione fisiologica. Se togliamo i 1.400 elettori fantasma, a Cardinale hanno votato come e più di Bologna. Lo stesso, in tutta la Calabria, la cui percentuale reale è dunque del 60 e rotti %.

E più, perché? Perché in E. R. la campagna elettorale è iniziata mesi e mesi fa, ed è stata animata da Salvini da una parte e persino dalla sardine dall’altra; mentre in Calabria le candidature a presidente sono state decise il 25 dicembre, tra le zeppole di Natale, e quelle a consigliere la mattina tardi del 28; e la campagna è stata all’insegna della camomilla, in bar molto piccoli. Le pochissime sardine indigene hanno dato segni di vita solo, come la Cristallo, per fatto personale. A parte Riace, dove però ha stravinto la Lega; e anch’essa senza tanta prestazione d’opera.

Torniamo ai numeri. La Calabria annovera 340.000 elettori che stanno in Brasile o in Giappone; e che sono calabresi solo in quanto pronipoti di un bisnonno emigrato e da decenni defunto: e ognuno di noi, di bisnonni ne ha otto. Ciò falsa palesemente i dati, e, con essi, le dotte e appassionata analisi campate in aria.

Io, al posto della Regione, metterei mano al censimento, scrivendo ai 340.000 (alle loro associazioni, ai consolati: ovvio) che ci facciano sapere se, la prossima volta, prenderanno l’aereo per votare; se rispondono di no, o non rispondono affatto, li cancelliamo, e tanti saluti. Tranquilli, che se ne vanno via almeno 330.000; e così sappiamo quanti sono gli aventi diritto al voto sul serio.

Martino de Marco, ne sono sicuro, risponderà di sì. È di S. Martino, borgo di gloriosa storia: Ruggero vi sconfisse i Bizantini, poi lì sposò Giuditta, suo sospirato amore; S. Martino, assieme a Iatrinoli e Radicena, diede vita a Taurianova. Martino vive in Australia, però è spessissimo in Italia, è aggiornatissimo, sarebbe un elettore informato.

Martino avrebbe votato, se gliel’avessero detto. Ma il Comune di Taurianova, come leggete in foto, gli ha spedito, in piena era tecnologica, una cartolina precetto via posta, come ai tempi di re Umberto I; la quale missiva è arrivata a Martino il 4 febbraio per il 26 gennaio. Et quod est factum non potest fieri infectum. Lo stesso, credo, fecero tutti i Comuni della Calabria e d’Italia.
Insomma, la barbara Calabria ha votato come e più della raffinatissima Emilia Romagna.

Se ha votato bene o male, ce ne accorgeremo nei prossimi mesi. Finora, da Guarasci a Oliverio di centrosinistra, passando per P. Nisticò e P. Chiaravalloti e P. Scopelliti di centro(destra), ha votato malissimo ed è la terzultima d’Europa, ma questo non ebbe a che vedere con qualsiasi percentuale di votanti, genuina o surrogata o artificiale, o, come è, immaginaria.

Ulderico Nisticò