La confusione delle lingue e la Regione Calabria


calabria1 Apro un giornale, e leggo che finalmente alla Regione sta facendo opposizione qualcuno. È sulle nomine consiliari, ma non importa a cosa: qualcuno si oppone. Miracolo! Siccome la maggioranza regionale è del PD, immagino che a opporsi sia qualcuno di Forza Italia, o genericamente di centro(destra). Invece è la Sculco, che è di sinistra e di maggioranza.

 Ieri, sui 350 milioni persi e regalati, giustamente, al Nord, l’opposizione l’ha fatta… ovvio, Guccione, che è di sinistra, e fu pure assessore di Oliverio.

 Domenica c’era lo strambo e fallito referendum. Oliverio era per il sì, il centro(destra) era per il sì, la gente se n’è rotondamente fregata, e nessuno è cascato nel trucco che bisognava salvare il mare e il cielo pulito; chi era per restare a casa? Magorno. Chi è Magorno, uno di centro(destra)? Non sia mai: è uno del PD, il segretario regionale del PD. Cos’è il PD? Il partito di Oliverio. Chi è il peggiore avversario di Oliverio? Ovvio, Magorno.

 Ragazzi, che Babele! Aggiungiamo i Gentile e Dorina Bianchi, e al confronto il Labirinto di Creta sembra un rettifilo dell’autostrada.

 Quali sono le conseguenze politiche di tale disastro? Sono evidenti nella condizione di tutti contro tutti alla Regione, che ostacola o impedisce quella cosa ovvia in ogni azione di governo a tutti i livelli: la decisione. Anche in democrazia, prima si discute, ma poi si decide; e una volta deciso, si fa. Ma come si può, se l’indecisione è non eccezionale ma strutturale? Infatti, non si decide e non si fa; e ormai le parole di Oliverio e della sua Giunta di Alto Profilo (urka!), e i vari plauditori di carta scritta e tv, non commuovono più nessuno, di fronte a scarsi o nulli risultati tangibili. E dopo due anni.

 Giusto per evitare equivoci, la Regione Calabria fa lo stesso schifo dal 1970 senza alcuna interruzione; e le amministrazioni di centro(destra) sono state ugualmente ridicole. Politicamente parlando: per il resto, santi subito.

 Ci dev’essere, allora, una ragione profonda, antropologica, e, peggio, squisitamente calabrese: l’incapacità di esprimere una classe dirigente; e mica solo politica, anzi, la classe intellettuale è anche peggio. Io non c’entro: io non sono un intellettuale, Dio liberi, ma un portatore sano di cultura; cioè, se mi serve la porto, se no la lascio a casa.

 Deputati, senatori e consiglieri regionali eccetera non calano dal pianeta Marte con le bolle verdi e Vulcano con le orecchie lunghe; sono il vicino di casa, il calabromedio, il parente, l’amico; ne conosciamo la sorridente mediocrità, l’onestà giusto per non finire al gabbio, la cultura… no, istruzione rigorosamente scolastica, la scioltezza di chiacchiere e debolezza di muscoli; peggio, capacità di ragionare e incapacità di agire: li conosciamo e li eleggiamo, tutti: me compreso, prima o poi.

 I risultati sono una Calabria ultima d’Italia, e in ottimo basso piazzamento in Europa; e valanghe di soldi nazionali ed europei non spesi e tornati indietro; e i ragazzi che, prima degli esami di Stato, hanno già pronta valigia di pelle e biglietto aereo, versione 2016 di treno e valigia di cartone.

 Chiudo con la cultura, per la quale la Regione sta facendo zero; non ha nemmeno un assessore apposito. Quanto agli intellettuali pagati e coccolati, conoscono solo l’antimafia segue cena; i più coraggiosi, anche un supplementare sbarco di Ulisse.

 Non fanno opposizione, perché la mamma, la mediocrissima mamma raccomandò loro “’on ti hara pijjiara supr’occhiu”; e non fanno proposte perché, antimafia a parte, non sanno un accidenti.

Ulderico Nisticò


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