La democrazia è in pericolo


Ebbesi sì, cari internauti, animali da tastiera, re della foresta cibernetica; la nostra democrazia, tanto bistrattata quando si tratta di vestirla di populistico mantello, oggi è seriamente in pericolo. Siamo in una nuova era nazi-fascista. Gli italiani, la cui sovranità di costituzionale memoria era sventolata dai governi del PD e FI quale baluardo di una libertà bancaria e massonica di stampo mafio-europeo di sicuro sviluppo nazionale, oggi sono soggiogati dal pauperismo (questo termine me lo ha insegnato quel sant’uomo di Berlusconi, che tante volte lo ha usato in questo periodo) e dalla demagogia di forze politiche che non hanno altro interesse che la poltrona e la patria. Come rimpiango quei tempi in cui le pensioni per gli anziani venivano irrimediabilmente tagliate da ministri affranti tanto da arrivare alle lacrime. E che sensazione di disagio a pensare che una volta i miei soldi servivano, giustamente, per rifinanziare quelle banche di melmosa trasparenza che grossi investitori (fortunatamente e democraticamente non individuabili) stavano portando al fallimento.

Penso con nostalgia a quei giovani che, petto in fuori, innalzavano i loro contratti precari sottopagati come nuova forma di sostentamento perpetuo per se e la propria famiglia. Mi deprimo a ricordare che prima di questa nuova era dittatoriale, con grande orgoglio, i lavoratori di ogni età, perdevano il posto ingrossando quel disagio sociale che veniva coperto con assunzioni clientelari di incompetenti di talento. Mi sento depresso a pensare alla luminosità dei finanziamenti a pioggia per pagare profumatamente il “volontariato” dell’accoglienza migranti, alla lungimiranza della mancata ricostruzione dei paesi terremotati, alla geniale politica di assunzione di un esercito di insegnanti a mille chilometri dai propri figli. E come dimenticare il bellissimo schiavismo del caporalato e lo sfruttamento di extracomunitari che pensavano, scioccamente, di venire in Europa da uomini liberi. E quanti salti della quaglia da sinistra a destra, patti del nazzareno, incensurati tra le sbarre e delinquenti col culo su una poltrona elettorale. E quel Senato da abolire e “se perdo vado a casa”? e prendersi la residenza a palazzo Madama per non mentire agli elettori? Quanti ricordi di democrazia vera, infallibile, poetica.

Ora tutto questo, però, è finito. Cultori del post facile, sgranchite le dita e digitate follemente il vostro servile pensiero per sostenere una giusta causa. Non vi nascondete dietro un velo di vittimismo e rassegnazione, ma liberate, senza spasmi, il vostro ego divino. Guardate la nube fluorescente e la meravigliosa figura di democrazia fluttuare tra le maglie ristrette di una vera dittatura. Stringete i pugni e combattete per liberarla dalla galera di una sovranità rubata con l’inganno ad un popolo inerme e stupido. C’è bisogno di un esercito di giusti che ristabilisca quel senso di affanno che ci fa andare a letto senza sapere cosa sarà del futuro. E’ necessario tornare ad uccidere i sogni dei bambini e la dignità degli adulti. Abbiamo bisogno di chiedere mutui e finanziamenti che non ci verranno concessi. Di fare impresa per mangiare e di una corda per impiccarci quando inevitabilmente la democrazia si prenderà il nostro sacrificio con le tasse. C’è la necessità di pagarle quelle tasse senza pretendere servizi che non ci spettano. Dobbiamo ritornare a chiudere gli occhi di fronte agli anziani che non arrivano a fine mese. Nascondere le idee folli di criticare le lobby delle case farmaceutiche, delle redazioni delle tv generaliste, dei giornalisti, dei giornalai, delle case editrici e degli autori. Continuate a scrivere di quanto era bello quel sistema democratico dove si poteva avere un posto di lavoro solo perché un amico era stato eletto al consiglio regionale.

Rimarcate con forza l’essere riusciti a fare visite mediche saltando le file, poco democratiche, solo perché papà aveva fatto un favore ad un conoscente primario. Riorganizziamo la resistenza, rinfoltiamo le file partigiane degli anti-fascisti che a forza di trick e track e bombe a mano coltiveranno fiori tra le macerie di una triste barbarie. Richiamate ad inveire contro poliziotti e forze dell’ordine quella maestrina che ingiustamente è stata licenziata solo perché voleva la morte di quei lavoratori oltraggiosi. Difendete il diverso, l’immigrato, il povero, ma senza mai farlo entrare in casa vostra. Pregate il vostro Dio perché intervenga senza far sporcare le mani a voi peccatori.

Ecco, amici, c’è bisogno del vostro aiuto, la democrazia è in pericolo e dobbiamo tornare ad usare il culo degli altri perché il nostro deve rimanere democraticamente vergine.

Gianni Ianni Palarchio (Blog)


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