Un recente rapporto di Eurostat, l’ufficio statistico dell’Unione Europea, ha sollevato un campanello d’allarme sulla disuguaglianza socio-economica all’interno del continente.
I dati, che misurano il tasso di persone a rischio di povertà o esclusione sociale, collocano due regioni italiane, la Calabria e la Campania, tra le aree con i tassi più elevati, superando di oltre il doppio la media europea.
In cima alla triste classifica si trova la Guyana francese, un dipartimento d’oltremare della Francia situato in Sud America, che fa parte a tutti gli effetti del territorio europeo.
Con un impressionante 59,5 per cento della popolazione a rischio povertà o esclusione sociale (la media UE è del 21 per cento), la Guyana francese si configura come la regione più vulnerabile.
Subito dopo seguono, con numeri che indicano una profonda fragilità sociale, la Calabria con il 48,8 per cento, e le città autonome spagnole di Melilla (44,5 per cento) e Ceuta (42,2 per cento). La Campania si posiziona anch’essa in coda, con un tasso del 43 per cento.
Questi dati confermano il persistente divario tra il nord e il sud dell’Europa, evidenziando come alcune regioni, specialmente quelle ultraperiferiche come la Guyana e le regioni del Mezzogiorno italiano, si trovino in una situazione di marcata difficoltà economica e sociale, lontana dagli standard medi dell’Unione.
L’indicatore di “rischio di povertà o esclusione sociale” (AROPE – At Risk Of Poverty or social Exclusion) non misura solo la povertà economica, ma tiene conto anche di fattori come la grave deprivazione materiale e l’intensità lavorativa molto bassa, offrendo un quadro più ampio delle condizioni di vita e dell’accesso a beni e servizi essenziali.
Il rapporto Eurostat richiede un’attenta riflessione e un’azione coordinata a livello nazionale ed europeo per affrontare e mitigare queste profonde disuguaglianze, garantendo un tenore di vita dignitoso e opportunità per tutti i cittadini dell’Unione.