La processionaria avanza e la Regione chiede aiuto al Governo


L’assessore regionale all’Agricoltura, Gianluca Gallo, facendo seguito a un’analoga istanza già formalizzata personalmente nel corso di una videoconferenza, ha scritto al ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, Stefano Patuanelli, richiedendo al Governo un sostegno straordinario per le costanti e progressive infestazioni delle pinete di pino laricio dell’altopiano della Sila (e non solo) da parte del dannoso parassita Thaumetopoea pityocampa, comunemente noto come processionaria del pino.

«A seguito di alcune riunioni con gli esperti del settore regionale fitosanitario e forestale – sottolinea Gallo nella missiva –, ha già avuto inizio la pianificazione di un progetto di contrasto e contenimento del fitofago che, avendo notevolmente indebolito le foreste di pino laricio, potrebbe dar spazio ad altri insetti xilofagi, i quali, a loro volta, sarebbero veicoli di numerose malattie fungine legnicole».

«Il nostro obiettivo primario – scrive Gallo – è difendere a denti stretti le specie forestali di pino laricio, prezioso patrimonio della biodiversità non solo della Sila, ma dell’intera Calabria. Per far questo, con gli esperti del settore abbiamo individuato una serie di misure da mettere in atto celermente, partendo dal monitoraggio dell’area interessata con la conseguente quantificazione della presenza del parassita».

L’assessore chiarisce altresì che «sarebbe importante avvalersi del personale qualificato dell’Ente Parco della Sila e dell’azienda Calabria verde che, sempre in sinergia con il servizio fitosanitario del dipartimento Agricoltura, potrebbero occuparsi di fronteggiare la decennale problematica. Gli altri interventi pensati consisterebbero nell’acquistare trappole a ferormone sia per la cattura massale sia per la confusione sessuale, nonché la rimozione meccanica dei nidi». Infine – si conclude nella nota dell’assessorato –, la richiesta di fondi straordinari finalizzati al contrasto della devastante infestazione in atto. Si resta ora in attesa di riscontri romani.