La procura europea di Catanzaro si trova a Roma; e la figura di Che non dico


 C’era una volta, precisamente nel 2021, la procura europea di Catanzaro, competente su Calabria e Basilicata; avevano assegnato persino una sede, palazzo Alemanni. C’era, o, più esattamente, ci fu, e ancora più esattamente ci doveva essere, e invece non ci fu mai, e nel gennaio del 2023 è stata trasferita a Roma. Così le procure europee, che dovevano essere nove in Italia, sono invece otto.

 Tranquilli, non è una congiura di biechi, oscuri nemici del Meridione e della Calabria: è che sono partiti due bandi (tecnicamente, “interpelli”) e, tutte e due le volte, i candidati a procuratore europeo di Catanzaro sono stati numero zero, ovvero nessuno. Mi spiego più terra terra: nessun giudice ha presentato domanda. Nessuno: eppure, dev’essere un posto di prestigio, e, che non guasta, con uno stipendione, la scorta, i biglietti omaggio, gli inviti a cena, eccetera. Niente, non si è presentata anima viva.

 Trapela che i probabili “interpellati” abbiano accampato diverse scuse, tra cui i voli e le strade. Ora, le strade sono quelle che sono, però posso attestare che manco quelle della Liguria o della Puglia o della Toscana sono tutte dritte e lastricate di platino, e peggio quelle della Sicilia… Quanto all’aeroporto di Lamezia, è correttamente classificato internazionale, e dista da Catanzaro quaranta minuti scarsi, molto di meno che da Malpensa a Milano. E un procuratore, lo verrebbero a prendere, senza fargli patire l’unico drammatico problema di Catanzaro dai tempi del generale Niceforo Foca: il parcheggio. No, ci dev’essere qualche altra ragione più profonda, e, direi, psicoanalitica.

 Secondo me, i giudici hanno visto i film alla Saviano maniera, con i delinquenti che ti rapinano le scarpe, oppure ti picchiano per divertimento. Ho hanno visto le sfilate dei ragazzini di venerdì segue sabato di vacanza. O hanno sentito la relazione di Chi so io con i bambini uccisi per strada… relazione palesemente copiata da una brasiliana di trent’anni prima. E invece se c’è un posto quieto quieto al mondo, è Catanzaro, dove è dal 1528 che non succede niente. Che successe nel 1528, e perché? Beh, professorissimi catanzaresi, rispondete.

 Chi sono i colpevoli? Semplicissimo:

1. Gli intellettualoni antimafia segue cena e piagnoni di mestiere ben retribuito;

2. La politica che dà loro retta, invece di valorizzare, per esempio, i Bronzi (tre milioni al vento?), oppure san Francesco di Paola, Tommaso Campanella, l’archeologia…

3. L’ignoranza dilagante, e tanto più ignoranza quanto più l’ignorante è laureato.

 E così Catanzaro e la Calabria hanno realizzato l’ennesima figura di Che non dico, e non dico in quanto sono una persona educata.

 A proposito, anche i giudici che non fanno domanda non è che siano così ligi al dovere e così pervasi di spirito eroico. A titolo personale, esprimo il massimo disprezzo; e non vi lamentate, quando io scrivo contro la dicastocrazia. Il CSM dovrebbe indagare… dovrebbe, se non fosse, come è, inguaiato per conto suo; e sul CSM nessuno indaga.

Ulderico Nisticò