La Regione Ausonia


 L’ho detto e ripetuto su Soveratoweb e su diverse altre pubblicazioni, e detto da almeno trent’anni in molte occasioni. Ora ripeto la mia proposta della Regione Ausonia, mettendo assieme Molise Puglia Campania Basilicata Calabria.

Premessa storica. Eccetto il repubblicano Mazzini, tutti quelli che dai primi decenni del XIX secolo si posero la questione italiana la pensarono come unità politica, mai però come unificazione amministrativa centralistica. Si pensò, già nel 1815, a una confederazione come quella di Germania; o a una federazione.

La propose l’Austria, ma respinsero l’idea Torino, Roma e Napoli, proprio per non dare a Vienna altro spazio di quello che già aveva. La pensarono, in modo diverso, Gioberti e Balbo: sembrò si potesse attuare nel 1848 attraverso la guerra e la presenza sul fronte di truppe piemiontesi e napoletane, e della flotta borbonica a protezione di Venezia: ma durò ben poco.

Se ne riparlò, informalmente, tra Napoleone III e Cavour nel 1858; e più ufficialmente in sede di trattato di Zurigo del novembre 1859. Fece dei passi Carlo Filangieri come primo ministro di Francesco II, che però non lo sostenne.

In modo repentino e inatteso, l’effetto fu di uno Stato monarchico costituzionale ma centralista, e suddiviso in Province secondo il modello napoleonico, quindi dipendenti dai Ministeri. Quanto alle Regioni, se ne riconobbe l’esistenza solo in modo nominale, e con indicazioni territoriali tracciate solo sulle cartine geografiche. Quando nel 1970 le Regioni furono frettolosamente istituite di fatto, altro non si fece che usare le cartine del 1861.

La situazione reale del 2025 è che esistono Regioni di milioni di abitanti, oltre che di grande ricchezza, come Piemonte, Lombardia, Veneto, Lazio; e altre come il Molise che conta meno abitanti di un quartiere di Roma; e poco più popolate sono Basilicata e Calabria.

La mia idea è mettere assieme in una Regione sola le attuali Molise Campania Puglia Basilicata Calabria; io la chiamo Ausonia, ma il nome è l’ultimissimo dei problemi. Diverrebbe una Regione di dodici milioni di abitanti, con un territorio vasto e con molte aree economicamente interessanti.

Ovviamente non si tratta di brutalmente sommare le attuali realtà sopra elencate, ma di ripensare l’organizzazione economica e produttiva dell’intero territorio; e di dargli un assetto amministrativo e istituzionale: un Consiglio regionale di pochi e qualificati membri elettivi; un Consiglio corporativo in rappresentanza dei Corpi intermedi naturali; un Presidente direttamente eletto e che nomini gli assessori; suddivisioni logiche, che di fatto portino all’unificazione dei troppi piccolissimi Comuni, in Calabria esageratamente 404.

E una burocrazia ridotta al minimo necessario e realmente utile.

Il capoluogo, lo dico per gli appassionati di storia, mettiamolo a Melfi. Come mai Melfi? Studiate, ogni tanto, amici.

Ulderico Nisticò