Per i credenti, la Speranza è, con Fede e Carità, una delle Virtù Teologali, cioè infusa da Dio. Per i Latini e i Greci, più fatalisti, le parole spes ed ἐλπίς, e i verbi derivati, erano parole ambigue, da tradurre come aspettativa, attesa, senza però certezza La differenza è, teologicamente, sostanziale, ma l’una e l’altra accezione hanno in comune non poter esistere, nemmeno la Speranza teologale, senza l’attività umana. Occorrono perciò, c’insegna la teologia, e c’insegna tutta la sapienza più antica, le quattro Virtù Cardinali, che sono umane: Prudenza, Giustizia, Fortezza e Temperanza, ovvero capacità di analizzare, decisione corretta, determinazione nell’agire, evitare le tentazioni soprattutto quando sono piacevoli. La storia è piena di grandi figure che, senza avere la Speranza in quanto non credenti, ebbero ed esercitarono le virtù umane. Esempi danteschi interessanti: Virgilio guida di Dante; i musulmani Averroè e il Saladino posti nel Limbo; Catone pagano custode del Purgatorio.
Fatta questa necessaria premessa, è verissimo che il mondo, e in particolare la Calabria, hanno bisogno e urgenza di speranza. Perché la Calabria? Ma perché la Calabria ufficiale, e soprattutto la cultura calabrese, paiono pensate ed elaborate da qualche associazione di depressi; ben retribuiti, spesso, però malinconici o bravi attori della malinconia.
Depressi che non sono tali per ragioni oggettive (esempio, quasi tutti muti di fronte alle notizie che la Calabria è l’ultima d’Europa!), ma perché a scuola educati a colpi di poesie di suicidi (calabresi e non) non si sa manco perché si uccisero, e roba simile; e, in alternativa, con proposte di una felicità piccolissimo borghese che, se mai si realizzasse, sarebbe di una pesantissima noia.
Urge una sana reazione, proprio a cominciare dalla scuola e dai suoi contenuti. Rimettiamo l’Iliade, che insegna la realtà eroica e tragica della vita; e la Divina Commedia possibilmente non ridotta a Francesca…
Urge raccontare nella sua complessa geografia molto più di montagna che di mare; la Calabria nella sua storia, che è molto interessante per chi la conosce, solo che non la conosce nessuno; nelle sue figure umane, che non furono né più cattive né più buone del 99,9% degli esseri umani di ogni tempo e luogo, ma, per l’appunto, esseri umani.
Urge fare: romanzi, teatro, film… tutte cose per cui servono idee e capacità professionali, e servono anche soldi.
Allora la speranza non sarà passiva illusione, ma diventerà fatto.
Ulderico Nisticò