La Vittoria del Rosario


Inizia un intenso programma della Parrocchia di Soverato Marina per la conclusione dei lavori di restauro dell’antichissima chiesa del Rosario, che culminerà, il prossimo 26, con la solenne S. Messa celebrata dall’arcivescovo metropolita mons. Claudio Maniago.

La complessa storia del sacro edificio è stata narrata già nel 2004 da U. N. e Tonino Fiorita, con presentazione dell’allora parroco don Italo. È imminente la pubblicazione di una seconda e ampliata edizione, e torneremo sull’argomento.

C’è molta storia religiosa e politica, dietro il titolo di Maria Santissima del Rosario, e che riguarda da vicino la Calabria e il Golfo di Squillace. Il XVI secolo, sebbene si possa considerare il culmine della civiltà rinascimentale italiana ed europea, fu anche un lungo periodo di terribili conflitti: quello che, per rapida sintesi, è detto tra Spagna e Francia (e qui ricordiamo, pure a chi di dovere, l’assedio di Catanzaro del 1528); lo scontro scatenato dalla Riforma protestante dal 1517, e la Controriforma cattolica del Concilio di Trento; e la pressante minaccia turca dopo la conquista di Costantinopoli del 1453 e l’inizio degli attacchi all’Occidente con i Martiri di Otranto del 1480; e ricordiamo il saccheggio dello Ionio, che coinvolse nel 1594 anche Soverato e il convento della Pietà.

I Turchi mostravano intenzioni di conquista. Nel 1565, una potente flotta venne sconfitta dai Cavalieri di Malta e dalla popolazione dell’isola. Nel 1570, però, cadde Cipro.

Papa Marcello Ghisleri, san Pio V, monaco domenicano e devoto del S. Rosario, giunse alla determinazione di creare un alleanza tra il re Hispaniarum e di Napoli e di Sicilia, Filippo II (1556-98) e la massima potenza navale del tempo, Venezia, e altri Stati italiani.

Il lavoro di lettura teatrale, fedele alla realtà storica, che tuttavia interpreta poeticamente, evidenzia la grande accortezza diplomatica della Chiesa e del Papa, sostenuto dalla cultura del cardinale Guglielmo Sirleto, di Guardavalle, e dalla capacità oratoria del frate Lattanzio Arturo da Cropani, dei Francescani Osservanti; e i sottili contrasti, all’interno della stessa alleanza, tra gli interessi di Venezia e quelli di Filippo II. Le operazioni diplomatiche condussero infine a far prevalere la volontà del Ghisleri, e la flotta italospagnola attaccò e debellò quella ottomana a Lepanto. Era il 7 ottobre 1571, e il Papa consacrò alla Madonna prima il titolo di Auxilium Christianorum, che sarà poi carissimo a don Bosco e a tutta la comunità salesiana, e dopo la battaglia quello di Madonna della Vittoria, preferendo infine, da domenicano qual era, il titolo di Madonna del Rosario, così diffuso nella religiosità popolare e in attive confraternite.

La narrazione teatrale dell’11 prossimo vedrà scorrere, o in scena o ricordati: san Pio V, Sirleto, Lattanzio, i Cavalieri di Malta, Gaspare Toraldo barone di Badolato, don Giovanni d’Austria comandante della flotta, il Corsale di Castelvetere, i Caduti cristiani o nobili o popolani, le madri dolenti e devote, i turchi Alì e Ulugh. E mentre onora i combattenti per la Fede e per la Patria, invoca la Pace che “è opera di giustizia”.

Si ringraziano fin d’ora il coro, le lettrici, gli attori, il regista, i tecnici, l’autore e il parroco don Alfonso Napolitano.

Ulderico Nisticò