L’allarme cinghiali in Calabria richiede misure urgenti


I danni provocati dai cinghiali all’economia delle nostre aree interne sono incalcolabili. Pastori ed agricoltori sono in ginocchio. Ma la popolazione tutta è in pericolo a causa dei casi di tubercolosi riscontrati tra gli animali abbattuti e che possono trasmetterci agli uomini. Certo le soluzioni non saranno semplici perché ci troviamo di fronte ad uno squilibrio causato negli anni passati con l’immissione di ungulati non autoctoni ed è difficile pensare che ci siano rimedi di controllo biologico all altezza del problema come sta avvenendo nei castagneti per controllare il cinipide.

Ormai il cinipide importato dalla Cina sarà presente negli anni a venire ma il riequilibrio con il torimus garantirà una certa ripresa dei castagneti e della produzione. Nel caso dei cinghiali il problema è più serio e la prima cosa da fare è il monitoraggio costante della situazione, la conoscenza della popolazione dei cinghiali in modo da mettere in essere azioni mirate. Nell area delle Serre Calabresi e del Vibonese è attivo il comitato “contenimento del cinghiale e difesa del territorio ” che chiede da tempo alla regione Calabria un piano di prevenzione e di intervento a tutela della salute. I casi di tubercolosi recentemente accertati a Capistrano e San Nicola da Crissa sono un campanello d’ allarme che richiede una presa in carico del problema in tempi ormai non più rinviabili.

Anche durante i lavori della recente assemblea delle comunità dell’Appennino svoltasi nei monti Lepini e’ stato evidenziato che la presenza abnorme dei cinghiali e’ una delle cause della crisi dell settore della pastorizia. Slow food è vicino agli agricoltori ed ai casari sopratutto a quelli che con il loro duro lavoro e con la tenacia resistono nelle aree più interne e contribuiscono al mantenimento del territorio. Ma non è più sopportabile l indifferenza dell istituzione regionale che dovrebbe essere più attenta alle numerose istanze già oggetto del sit in del 22 settembre organizzato dal comitato popolare per il contenimento dei cinghiali.

( Marisa Gigliotti referente Slow Food Calabria del progetto Appennino)


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