L’autonomia differenziata, ovvero, se uno si ammala…


…in italiano, “uno si ammala” vuol dire che prima di ammalarsi era sano; se uno muore, vuol dire che prima era vivo. È lapalissiano, da monsieur de Lapalisse, ma ve lo racconto un’altra volta.

 Quelli che in Calabria piangono per la minaccia che, a loro dire, ci verrebbe dall’autonomia differenziata, sostengono le cose in Calabria, con l’autonomia differenziata, ANDRANNO male. Essi perciò, implicitamente ma chiaramente, affermano che oggi, nel 2023, le cose VANNO bene, e invece qualcuno (del “Nordde”, scrivono non si sa perché!), proponendo l’autonomia differenziata, ci vuole lanciare addosso una magheria, forse per invidia della nostra ben nota, anzi evidente ricchezza con annessa felicità e con il solare ottimo funzionamento di tutte le cose pubbliche e private.

 Ebbene, che io sappia, la Calabria è l’ultima d’Europa in quasi tutto. E attenzione che le graduatorie comprendono anche due scogli sperduti dell’Africa, Ceuta e Melilla, territori spagnoli; e varie isole dei Caraibi appartenenti alla Francia. Anche in presenza di questi insediamenti di derelitti, la Calabria è l’ultima d’Europa. Tra le province italiane, l’ultima è Crotone, tallonata da Vibo, e le altre tre sono vicinissime.

 Ora, ragazzi, da che mondo è mondo, le persone tendono a mantenere ciò che hanno se ciò va bene; e allora si dice, in latinello, QUIETA NON MOVERE, ovvero, non svegliare il can che dorme. Ma se le cose vanno male, come vanno male e malissimo, se mai la Calabria dovrebbe insistere per un cambiamento, un cambiamento qualsiasi.

 Peggio di così, non si può. E magari, con l’autonomia e con il dover spendere il nostro e quanto ci danno, chissà se non finiremo la diga sul Mesima, la 106, la Trasversale… eccetera, e l’elenco può durare fino a domani.

 E magari la smetteremo di votare per il cugino ciuco o per il socio del “club service” o peggio!

 Ebbene sì, voglio l’autonomia differenziata, e subito. Tanto, senza l’autonomia differenziata e con i soldi a pioggia, siamo gli ultimi d’Europa, inclusa Ceuta.

Ulderico Nisticò