Il 14 Maggio la ministra delle Infrastrutture e dei Trasporti, Paola De Micheli , insieme alla governatrice della Calabria, Jole Santelli, ai sindaci del comprensorio di Roseto Capo Spulico e di Sibari, agli amministratori di ANAS e della ditta appaltatrice dei lavori Webuild, ha inaugurato l’inizio dei lavori per l’ ammodernamento della “famigerata” SS 106 , meglio conosciuta come la strada della morte per i numerosi incidenti stradali, quasi sempre mortali, che giornalmente si verificano lungo il suo percorso ad una sola carreggiata tortuoso e non adatto a smaltire il traffico di mezzi di ogni tipo, che collega tutti i paesi della fascia ionica della Calabria a quelli della Basilicata e della Puglia fino a Taranto.
I lavori del megalotto 3 per un importo di circa 1,3 miliardi di euro prevedono un nuovo tracciato più a monte di quello esistente di circa 38 Km. a doppia corsia per ogni senso di marcia che si collega da una parte a quello già realizzato all’altezza di Roseto Capo Spulico e dall’altra a Francavilla Marittima-Sibari L’entusiasmo con cui è stata accolta l’inaugurazione dei lavori dal mondo politico e dai cittadini è comprensibile , meglio tardi che mai recita un vecchio proverbio, per l’importanza che l’opera riveste per lo sviluppo economico delle tre regioni meridionali e più in generale per l’economia del paese che deve dotarsi di reti viarie, portuali e di telecomunicazioni sempre più veloci per poter competere con le nazioni più sviluppate ma non può essere eccessivo , fuorviante o acritico.
Alcune osservazioni sono necessarie L’opera, anche senza aver esaminato gli elaborati progettuali, verrà realizzata più a monte del tracciato esistente e su un territorio che non dovrebbe presentare particolari difficoltà realizzative e comunque non tali da giustificare tempi così lunghi , circa sei anni, di esecuzione così come prevede il cronoprogramma. Il completamento dell’intera opera fino a Reggio Calabria avverrebbe davvero in tempi biblici. L’investimento di 1,3 ml di cui tanto enfaticamente si parla spalmato in 6 anni costituisce un impegno di spesa annuo di 200 milioni circa quasi pari a quello impiegato per costruire il ponte di Geneva realizzato in un anno circa.
L’enfatizzazione dell’evento non vorrei che nascondesse la volontà politica di non destinare altre risorse alla Calabria e che costituisse un alibi per emendare e nascondere le colpe di una classe politica locale autoreferenziale che manca di un progetto generale e reale di sviluppo della Regione che ne esalti le sue risorse naturali e le sue tante potenzialità nei più svariati settori dal terziario ,del turismo, dell’industria innovativa e tecnologicamente avanzata.
Per recuperare il gap esistente tra le regioni del nord e la Calabria occorre prioritariamente e con sollecitudine completare ,potenziare e realizzare tutte le grandi opere di cui si parla da anni che sono la trasversale delle Serre, l’alta velocità, la linea ferroviaria ionica priva di elettrificazione, l’interporto di Gioia Tauro, l’aeroporto di Lamezia, il completamento della terza corsia dell’autostrada La mancata realizzazione di queste opere strutturali non invoglia gli investimenti privati e aggrava irrimediabilmente la crisi economica della Regione resa ancora più drammatica e tragica dalla pandemia. La crisi occupazionale ai massimi livelli dal dopoguerra crea sconforto e disagi crescenti tra le persone che non hanno di che vivere e rendono il tessuto democratico sempre più debole e fragile.
Ing. Nicola Iozzo