Lavori rifacimento Piazza Maria Ausiliatrice Soverato – Pensa … un albero


“Pensa che in un albero c’è un violino d’amore. / Pensa che un albero canta e ride.”, ci dice Alda Merini.
Quante persone ricordano un angolo, un punto particolare della “Piazzetta” dove è successo qualcosa di bello, di memorabile, di triste, di brutto? Quante volte quegli alberi hanno sentito suonare, cantare, stonare, ridere?

E domani? Ascolteremo solo il suono metallico di una sega elettrica far cadere giù gli alberi come la gente che cadeva giù per il tata-rata tata-rata di una mitragliatrice appartenente al patrimonio culturale collettivo di tutti noi, non solo di noi più avanti negli anni.

I ragazzi dei “Frydays4future” Non si fidano di noi adulti perchè ci parliamo addosso. E, se le azioni saranno quelle che si progetta di realizzare, quale segnale manderemo loro?

Ci stanno indicando, mettendo in discussione il nostro stile di vita, l’unica strada che può permetterci di progredire ancora: il rispetto e la preservazione dell’ambiente. Già negli anni ’70 iniziavano, nel disinteresse generale, le prime battaglie ambientaliste ed ecologiste. E noi cosa abbiamo saputo fare? Abbiamo continuato imperterriti a consumare ingordamente le risorse che la natura ci mette a disposizione.

Insistere ancora nel voler abbattere gli alberi della piazzetta, dopo quelli della pineta, sarà ancora il chiaro segnale di come ci si riempie la mente di belle intenzioni, la bocca di belle parole, ma i fatti dimostreranno la vera volontà, gli obiettivi concreti che si vogliono raggiungere.

Le multinazionali e l’economia ammalata, per troppi anni, ci hanno fatto balenare davanti agli occhi la chimera che lo sviluppo delle società potesse contare su risorse inesauribili, che il progresso umano non avesse limiti. Ora abbiamo chiaro che il benessere è inversamente proporzionale a questo tipo di progresso

Il consumo del suolo, i disboscamenti delinquenziali, in Amazzonia come in Calabria, gli altrettanto delinquenziali scarichi illegali di rifiuti tossici nei mari, anche nel nostro Mediterraneo, l’urbanizzazione selvaggia, la riduzione delle aree destinate all’agricoltura, la cementificazione ci hanno condotto in un cul de sac da cui stentiamo ad uscire. La natura, con la sua forza, ha rimesso in circolo, riportandocele e facendocele ingerire sotto altra forma, tutte le nostre nefandezze.

Penso che tutte queste considerazioni siano ormai entrate nel quotidiano di ognuno di noi. È obbligatorio, adesso, agire di conseguenza. Non parlo di sforzi economici, di investimenti da programmare. Si può cominciare semplicemente con il rispettare l’esistente, preservarlo, migliorarlo, ammodernarlo, adeguarlo ad esigenze nuove.

La piazzetta, in queste condizioni, è brutta, indecorosa: panchine vecchie, piastrelle divelte. È un obiettivo sacrosanto abbellirla e migliorarla, magari aggiungendo altri elementi di arredo urbano. Ma perché abbattere gli alberi esistenti? Si potrebbe semplicemente aggiungerne di altri, ingrandire l’area alberata.

EST MODUS IN REBUS.
Perché imporre una scelta, un gusto, una dubbia modernità. Si potrebbe chiedere direttamente ai cittadini, attraverso un referendum, quanto siano importanti i loro ricordi.

Italia Nostra “Paolo Orsi” Soverato – Guardavalle