Le cadute dei piccoli dei in Calabria


 Sull’ex parroco di Isola fecero un film antimafia che lo mostrava eroe senza macchia e senza paura: anche lui è innocente fino a sentenza definitiva, però, da quello che sta emergendo, c’è un odore… Idem per il faccino rubicondo di bimbo bello del capobanda della Misericordia.

 La Canale, che pigliava di soldi antimafia e si comprava balocchi e profumi, è al gabbio o giù di lì; sulla Musella grava un’inchiesta su spese allegre.

 Lucano, sindaco di Riace, per aver ospitato poche decine di stranieri passò su una rivista americana come “unico italiano influente e potente” del mondo: era un’affermazione tanto ridicola che restò quasi inosservata; però in Calabria…

 In Calabria l’unico genere letterario veramente praticato è la teratopoiesi: creazione di mostri. Ogni tanto spuntano un santo, un eroe, un genio, un poeta, un combattente antimafia… I terapopoetisti sono i giornali, sempre sorridenti di fronte a qualsiasi illustre anonimo, e sempre a corto di idee serie.

 Torniamo a Lucano, il quale è sotto indagine della Prefettura di Reggio Calabria: secondo tale procedimento, i “migranti” non ricevono i soldi spettanti, sono sistemati in luoghi inadatti, aspettano invano certi documenti promessi… eccetera. Bene, anche Lucano è innocente fino a sentenza definitiva, però cade con lui un altro dei piccolissimi dei della Calabria. A proposito, i “migranti” di Riace non vogliono tanto bene a Lucano, e periodicamente protestano in maniera molto decisa. Chissà cosa ne pensa la rivista Fortune!

 Da un paio d’anni Franco Corbelli promette (minaccia!) un cimitero di “migranti” a Tarsia. Solo a un intellettuale calabrese può venire a mente che se un poveraccio muore a Lampedusa lo dobbiamo seppellire in Calabria a spese nostre; e chi mi conosce sa che io alla parola intellettuale non attribuisco affatto una valenza positiva!

 Ebbene, aveva promesso che “prima di Pasqua… ”; ed è invano passato un mese; ha promesso “entro l’estate”, e a oggi, 18 maggio, non c’è un mattone, un crisantemo: niente che ricordi un camposanto.

 Sarebbe ora che i Calabresi uscissero da una millenaria preadolescenza in cui campano di sogni e parole; già, come un preadolescente quando s’innamora platonicamente della compagna di banco che gli vuole tanto bene, si confida con lui e va a letto con l’altro pochissimo platonico! Ci siamo passati tutti, a 14 anni; ma non a 20, a 40…

 In una terra seria, un presidente di Giunta che ricevesse la funebre proposta di Corbelli, risponderebbe, non senza un cortese sorriso, che la Calabria ha già abbastanza guai e spese con gli stranieri vivi per potersi preoccupare dei morti; e regalerebbe al tizio una copia dei Sepolcri, in cui il Foscolo afferma sì che le tombe sono necessarie per onorare i grandi e gli eroi, però non precisa a spese di chi; e spaccia per tomba della città di Firenze quella dell’Alfieri, che invece fu pagata dalla sua compagna Elisabetta Stuart d’Albany, come si legge bello chiaro sulla lapide.

Ulderico Nisticò


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