Quando un conducente esperto sente che l’auto va maluccio, riesce lo stesso a mandarla avanti alla peggio, finché non è costretto, magari da un incidente, a portarla dal meccanico; il quale elenca tutti i guai. Esempio è questo di come sia messa, in realtà, la Calabria; e intendo sia la comunità sia l’ente regionale e annessi.
Tutti sappiamo che non funziona quasi niente, però, in un modo o nell’altro, conviviamo con le magagne; finché un evento non ci mette di fronte al dramma. Allora scopriamo che il dottor X, nominato e confermato, è un incapace; lo scopriamo, ma, come l’auto in degrado, era un incapace anche prima.
Se è un incapace, come divenne dirigente regionale? Come l’auto scassata: tanto, per quello che deve fare… Seguiamone la carriera. Magari al Liceo era bravino, però, si sa, senza una raccomandazione… e papà gli procurò un voto alto all’esame; e poi agli esami universitari; e poi, si sa, aderire a un club, a un gruppo, a una loggia… lo fanno tutti, e dà prestigio sociale… e, quando bandiscono il concorso…
Il concorso? Ahahahahahahah! Prima è stato assunto alla Regione, poi il concorso… e via la nomina a passacarte di classe zeta, e poi di classe a, per concorso interno. Cambiavano i presidenti e le maggioranze, sedicenti sinistra e centro(destra), ma il sistema era lo stesso. Ed X si trovò sempre dirigente di qualcosa, con enormi stipendi.
Troppo enormi, per un poveraccio come X: e qualche tangentina all’amico, non gliela deve passare?
Lo sappiamo tutti, ma ce ne accorgiamo quando una tv di sciacalli (veritieri, ma sciacalli) se la piglia con la Calabria, ben sapendo che è bersaglio fermo.
A dire il vero, la Santelli si sta dando da fare, con un’energia da me insospettata, anche se la di lei Giunta, non dà notizie di esistenza in vita; e forse è meglio così.
Ma cosa volete faccia, un presidente, un politico, se il suo apparato è fatto di gente raccattata come sopra? Per rimettere in piedi la Calabria, bisogna iniziare da lì, dai passacarte. Eh, ma come si fa, se sono blindati, protetti, coccolati? Ve lo spiego subito.
Facciamo finta, per ridere, che mi nominino assessore alla Cultura. Appena arrivo, ne chiamo uno a caso, e gli dico, sorridendo: “Caro dottor Y, lei, che è laureato in Lettere, entro una settimana mi porterà una relazione dettagliata sui resti dei cenobi romei della Valle del Mercure”.
Il dottor Y, al mio ordine, si sentirà malissimo, giacché ignora il significato delle parole romeo e cenobio, e tanto meno sa dove si trovi il luogo da me indicato.
A questo punto, io, riuniti tutti i funzionari megapagati, dirò loro: “Siccome il dottor Y si sente male, chi di voi entro una settimana mi vuole portare una relazione dettagliata sui resti dei cenobi romei della Valle del Mercure?”; e di fronte al malessere generale, emanerei un comunicato stampa di questo tenore: “Siccome io volevo entro una settimana una relazione dettagliata sui resti dei cenobi romei della Valle del Mercure; e nessuno dei miei funzionari ha la minima idea della Valle e dei cenobi, e di cosa sia un cenobio, io, assessore, la relazione me la sono scritta da solo”.
Il giorno dopo, lo stesso per l’ardua questione se il greco dei nostri dialetti derivi da quello classico o da quello romeo; o per dettagliate notizie su Romualdo da Cirò e Bartolomeo da Nicastro…
Insomma, entro la detta settimana li costringerei tutti quanti a darsi malati a vita per vergogna, e fuori dai piedi. Vi piace, questo giochino?
Ulderico Nisticò