Le signore andarono per inciuciare, e furono inciuciate


Come i pifferi di montagna che andarono per suonare e furono suonati, così accadde al centro(destra) calabrese; e io, amaramente, ci rido sopra.
Delineiamo intanto il quadro politico… beh, quadro… parolone, vero? Diciamo quadretto… diciamo fotografia formato tessera. La fotina è questa: c’è in Calabria un Consiglio regionale che fa quasi niente, e da gennaio si sarà riunito quattro o cinque volte, poi si è messo in ferie per 73 giorni, un vero primato nazionale! Questo inutile e superpagato consesso si distingue in una maggioranza inetta, e un’opposizione… beh, diciamo minoranza, anzi due o tre, la cui caratteristica più saliente è la mancanza totale di corde vocali e polpastrelli delle mani: infatti non scrive niente e non dice niente contro la maggioranza, e meno che meno contro la Giunta di Oliverio. Trattasi di evidente caso di inciucio, ovvero, in calabrese, “accorduni”.

I termini del detto accordone erano, secondo quelli del centro(destra), chiarissimi: se noi facciamo i bravi bambini afoni e sorridenti, poi Oliverio e la Befana ci portano un bel regalo, anzi due bei regali, e diventiamo vicepresidenti, questori e altra roba remunerata. Furbi, eh, machiavellici della domenica! Astuti, Ulissi!
Un poco di opposizione alla Giunta… no, alle Giunte cangianti ma sempre di Alto Profilo? Mai! Per il centro(destra), l’accondiscendenza al PD e dintorni è un vero punto d’onore! In cambio, aspettavano le Strenne di Natale.

Non avevano fatto i conti con i cinghiali. No, non quelli a quattro zampe, di cui il Consiglio regionale non si cura perché è un problema della Calabria, e il Consiglio, per definizione, dei problemi della Calabria non si cura mai; dico i cinghiali a due zampe, i Gentile, i quali, in fatto di inciucio, sono dei laureati con master e specializzazioni; sono dei professionisti contro degli sprovveduti dilettanti della trattativa notturna. Già, secondo le mezze ammissioni di Wanda, c’era una mezza trattativa… vaga… illusoria… clamorosamente imputridita! E fu così che la Santelli, la Ferro, e con loro Tallini, si trovarono inciuciate dopo essere andate a inciuciare. Fine della commedia.
Beh, non tutti, giacché un certo Graziano finora a me ignoto l’inciucio, ovvero accorduni l’ha fatto, eccome, e si pappa 11 voti in buona parte del PD. Ora la Santelli proclama che lo vuole espellere… un caso evidente di espulsione dal nulla e dal vuoto, degno degli studi di Evangelista Torricelli.

Dite voi, ma di questa buffa vicenda, che te ne importa? Di questa, giusto per l’amara risata di cui sopra. Poi però penso alla politica calabrese, e a un Consiglio dove c’è una maggioranza inerte, con una o due opposizioni ghiri, mute come le tartarughe quando vanno a discutere con i pesci a casa delle giraffe.
Opposizioni che non si oppongono, che non propongono, che non sostengono, che non… basta, così, semplicemente, non. E invece l’opposizione sarebbe necessaria, se ci fosse quella cosa morta che fu un dì la politica.
Vedi, per esempio, Soverato, dove sono tutti d’accordo, e i corrispondenti dei giornali fanno a gara a chi meglio parla del sindaco e ne tesse le lodi.

Peggio ancora, la presenza del centro(destra) sul territorio, in una Calabria i cui problemi sono immani e cui le classifiche assegnano sempre l’ultimissimo posto in qualcosa di buono.
Come mai il centro(destra) tace? Perché ha una coda di paglia lunga chilometri. Infatti, i guai della Calabria si devono, in gran parte, alla Regione, cioè, dal 1970, a: A. Guarasci, A. Ferrara, P. Perugini, A. Ferrara di nuovo, B. Dominijanni, F. Principe, R. Olivo, G. Rhodio, D. Veraldi, G. Nisticò, B. Caligiuri, L. Meduri, G. Chiaravalloti, A. Loiero, G. Scopelliti e Stasi, e Oliverio in veste di assessore; e, dal 2014, di Oliverio in veste di presidente; e, francamente, sarebbe difficile trovare qualcosa di peggio di G. Nisticò, B. Caligiuri, G. Chiaravalloti, G. Scopelliti e Stasi. Politicamente parlando, s’intende: per tutto il resto, santi subito.
Coraggio, comunque: A. Guarasci, A. Ferrara, P. Perugini, A. Ferrara di nuovo, B. Dominijanni, F. Principe, R. Olivo, G. Rhodio, D. Veraldi, L. Meduri, A. Loiero, e Oliverio, sono stati e sono ugualmente peggio.
Ecco il quadretto… il bonsai della politica regionale. Gli intellettuali? Appena diventano intellettuali si mettono da soli una potentissima museruola, e se la tolgono solo quando devono leggere i soliti 40 fogli antimafia segue cena.
Poi vi lamentate che la Calabria si l’ultima d’Europa?

Ulderico Nisticò


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