Leonida Repaci visto da Natale Pace


 Un altro successo dell’Università della terza età di Soverato, che da sempre ha tra le sue finalità costitutive la conoscenza approfondita della Calabria e delle sue figure rilevanti. Leonida Repaci (1898-1985), di Palmi, fu senza dubbio uno scrittore tra i più notevoli in Italia della sua generazione, ma a questo aggiunse una rara poliedricità di vocazioni; e fu pittore e organizzatore di cultura (ideò nel 1929 il Premio Viareggio), e praticò la politica attiva.

Per trovare una sintesi a tale varietà occorreva intanto qualcuno che lo avesse conosciuto di persona prima che sui libri; e che avesse abbastanza acutezza e obiettività. Poteva farlo forse solo Natale Pace, validamente assistito dal figlio Oreste, editore, e punzecchiato dalle provocazioni culturali e storiografiche di Ulderico Nisticò.

La partecipazione alla vita politica del Repaci è, infatti, un genuino specchio delle vicende italiane della prima metà del XX secolo. Veniva dalla tradizione, molto viva in Calabria, del socialismo, una visione della vita politica assai articolata, e decisamente non unitaria: ed ecco che lo troviamo tra i protagonisti della scissione di Livorno del 1921, che fonda il Partito Comunista d’Italia.

A questo proposito è stata particolarmente interessante la narrazione dei rapporti, anche personali, tra il Repaci e il Gramsci, caratterizzati da reciproca stima e amicizia, per poi degenerare in ostilità. Ha fatto osservare Pace, provocato a questo proposito, che la storia della sinistra è, fin dalle sue origini, anche quella di una conflittualità dovuta forse proprio alla ramificata ideologizzazione.

Sono elementi che, nella pacata ma sincera disamina di Natale Pace, che ci restituiscono ancora meglio i contorni della personalità umana del Repaci, facendo così un’operazione di microstoria personale e calabrese come macrostoria nazionale.

Tra gli studi di Natale Pace sul Repaci, eccone uno che, nel titolo, è anche un rimprovero alla Calabria e a Palmi, che per la memoria dei suoi grandi dovrebbe fare di più.