Serve, in Calabria, una lezioncina su una materia che, essendo arrivata da poco, è conosciuta solo approssimativamente: la lingua italiana. Oggi cominciamo con i verbi.
Il verbo si analizza sotto cinque aspetti: diatesi (forma), modo, tempo, numero e persona. Per esempio, andavamo: forma attiva, modo indicativo, tempo imperfetto, prima plurale.
Io mangio è forma attiva, modo indicativo, tempo presente, prima singolare: e significa che io in questo momento mi sto nutrendo di qualcosa; tipo, io mangio pane.
Io mangerò è forma attiva, modo indicativo, tempo futuro semplice, prima singolare: e significa che io in questo momento NON mi sto nutrendo di qualcosa, ma me ne nutrirò in seguito: forse; in seguito, tra un minuto o tra un milione di secoli, non è specificato.
Perciò io mangio e io mangerò hanno due significati nettamente diversi, e non vanno allegramente confusi per far piacere ai politicanti.
Quando sopra un diffuso quotidiano locale io leggo “riapre il ponte sull’Ancinale”, in italiano riapre è forma attiva, modo indicativo, tempo presente, terza singolare; e significa che in questo momento il ponte è riaperto, percorribile.
Quando poi, nel corpo del pezzo, leggiamo che se ne parla dopo le Feste, allora io, da vecchio incallito professore di lettere, segno blu sul tema, perché bisognava scrivere “riaprirà”, cioè una cosa che prima o poi dovrà succedere (forse), ma non sta affatto succedendo oggi, 12 dicembre 2015; avverrà forse il 13… ma no, è domenica; forse il 14… forse il 14 giugno… forse il 14 giugno 3015; o forse tra un minuto, ma quello che è certo è che non sta avvenendo, e quindi è sbagliato usare il presente, e ci vorrebbe il futuro semplice.
Semplice, in senso grammaticale: in senso politico e finanziario e burocratico e di uso sufficiente di cemento, è un futuro molto, molto complicato!
Lo stesso per la superstrada (ridete!!!) delle Serre.
Un corollario. In italiano esistono anche un tempo passato remoto e un tempo passato prossimo. Spererei di leggere sui giornali, prima o poi, “è stato riaperto il ponte”; “è stata completata la superstrada (ridete!!!) delle Serre”.
Ma in Calabria già confondono il presente con il futuro, figuratevi se sanno il passato prossimo. Funziona meglio il passato remoto, remotissimo: “ci promisero, nel 1962, la superstrada (ridete!!!) delle Serre; e nel 2015, il ponte sull’Ancinale”. Passato remoto, anzi, rimosso.
Intanto, divertitevi (imperativo presente!) con lo svincolo di Russomanno.
Ulderico Nisticò