Inutile la solita calabressisima caccia al colpevole: il caso ingarbugliato parte da Bruxelles, arriva a Roma, raggiunge Catanzaro Cittadella e Catanzaro TAR, ed è comunque responsabilità dei sindaci Alecci e Vacca. Tranquilli, tutti diranno che la colpa è di Catanzaro, Roma, Bruxelles… insomma, di qualcun altro qualsiasi; e, quel che è bello, tutti avranno la loro parte di ragione.
La cosa, comunque, mi lascia indifferente. E, di fronte al pericolo di una crisi devastante per la sola economia rimasta a Soverato a parte le pensioni, dico il turismo… beh, i bagnanti… di fronte al dramma incombente, sono costretto a trangugiare il boccone indigesto; e ne riparliamo a settembre.
Sì, però a patto che ne riparliamo, e seriamente, e strafregandosene tutti degli interessi e capricci di Tizio o Caio o Mevio o Sempronio; e dei presidenti dell’inesistente; e dei portatori o millantatori di voti. La situazione del litorale e dei lidi è, detto in generale, il frutto di decenni di anarchia; decenni, sotto tutti i sindaci di tutti i più o meno genuini colori e impasti politici. E tutti hanno sempre promesso un Piano Spiaggia, il quale, in concreto, ha fatto la fine del Piano Regolatore Generale, il quale venne approvato quando non c’era più niente da regolare.
Passeggiate sul Lungomare e date un’occhiata all’arlecchinata dei lidi di ogni materiale e ogni tinteggiatura, e anche peggio; e a rottami di barche di non si sa quanti lustri fa. Poi guardate un tantino anche per terra, e scoprirete che le mattonelle sono rotte in gran parte: e non quelle del Lungomare vecchio, dico quelle del nuovo, inaugurato da poco con uno schieramento di forze che manco il Colosseo cantato da Valerio Marziale; date un’occhiata all’Anfiteatro… non quello Flavio, il nostro… Poi guardate via dell’Ippocampo, in non meno cattive condizioni e pietre saltate o rattoppate alla peggio.
Conclusione, a settembre (ma cominciamo a parlarne prima) occorre un ripensamento globale della costa e del sistema della balneazione. Quando il Comune bandirà le gare – e stavolta non ci sono rinvii – deve porre delle precise condizioni di funzionalità ed efficienza e servizi e personale e decoro e pulizia. Condizioni cui dovrà ottemperare chi vincerà una gara. Può darsi che vada storta per diritta.
Qualcuno ci resterà male? È inevitabile.
Ulderico Nisticò