La celebrazione del mezzo secolo della Confindustria Calabria si è svolta all’insegna di una palese e netta novità, per la nostra terra: l’ottimismo. Di solito, il tono di qualsiasi cosa calabrese è greve e piagnone; o, in alternativa, in preda all’utopia più campata tra le nuvole. Stavolta traspare un serio ma consolante incoraggiamento da parte della Confindustria nazionale con Orsini, quella calabrese con Ferrara, e la Regione con Occhiuto. Mi fermo qui, in attesa di concreti risultati.
È stato detto, e questo m’interessa, che la Calabria ha bisogno di rifarsi l’immagine. È ben noto che, come nella vita privata, anche in economia l’immagine è un punto importante e determinante.
Occhiuto dice che si sta preparando uno studio sulla sicurezza in Calabria, atto a dimostrare che molte altre aree d’Italia, e del mondo, sono assai più pericolose della Calabria. A cominciare dalla sicurezza quotidiana, notoriamente a repentaglio alla Stazione di Milano e nelle Mura Aureliane di Roma molto più di qualsiasi paese della Calabria e delle più buie forre dell’Aspromonte.
Esiste la mafia, ma è il contrario di quello che si fa credere: non sono ladri di polli, i mafiosi, ma una multinazionale del crimine che non si serve di mariuoli, bensì di commercialisti per manovrare enormi somme, e intanto di chimici per tagliare la droga; e tutti laureatissimi e specializzati. Alla faccia della scuola che combatte la mafia. A proposito, quando Rai Calabria fa vedere gli scolari che manifestano contro la mafia, la manifestazione è organizzata dalla scuola con orario e modalità, e programmata fin dal settembre. La mafia è una cosa seria, e va combattuta in modo serio: “cum parole non si mantengono li Stati”, dice il Machiavelli, e tanto meno si combattono i criminali.
L’immagine della Calabria è, detto in generale, mal rappresentata. Per esempio, che ci siano aree “incontaminate” non è affatto un complimento per la Calabria, ma un’ingiuria, per altro del tutto falsa, in una terra che fu abitata fin dalla preistoria, e le cui civiltà ci sono note almeno da cinque o seimila anni.
Al contrario, la Calabria è ricchissima di storia. Storia, non sbarchi di Ulisse. Se non la sapete, peggio per voi. Storia, che significa anche turismo culturale, invece di arrostire forestieri al sole per 15 gg d’agosto.
Se dunque Occhiuto, meritevolmente, vuole migliorare l’immagine della Calabria, assuma concreti provvedimenti; e con il meno possibile, anzi senza pastocchi burocratici.
Quanto all’industria e imprenditoria, lo stesso. Quando scendono in piazza i protestatari, ne hanno diritto, però contateli, e non sono più di dieci con un cartellone di venti metri. Basta non prenderli in considerazione, e vedrete che non avremo più assurdi casi Corigliano, e gente che, in perfettissima e irritantissima buona fede, vorrebbe campare d’aria.
Ulderico Nisticò