L’inferno siriano e l’inverno dell’Occidente


L’urgenza di fermare la guerra d’aggressione “criminale” e togliere l’embargo per evitare la distruzione totale della Siria

Soldati sirianiDi fronte alle quotidiane tragedie relative all’immigrazione, oggi, il mondo occidentale, “civile” e “democratico”, manifesta tutta la sua ipocrisia con parole e facce: Angela Merkel, ex dirigente della Gioventù Comunista dell’ex Germania dell’Est, si commuove; Ban Ki-Moon, Segretario Generale delle Nazioni Unite, appare meravigliato di quanto sta accadendo come se venisse da un altro pianeta; gli altri potenti dell’Occidente sulla stessa linea!

Attraverso la “disinformazione strategica che prepara, manipola, falsifica, occulta, inganna e orienta le opinioni pubbliche internazionali”, sembra si voglia far dimenticare che a scatenare le guerre in Afghanistan, Iraq, Libia, Siria siano stati coloro i quali oggi si commuovono dei milioni di profughi che abbandonano i loro Paesi; sembra si voglia far dimenticare il loro ruolo, sia nella destabilizzazione dei Paesi preparando le primavere arabe, sia nel pianificare e nell’attuare l’eliminazione dei vari “Rais”, “vecchi arnesi” con i quali il mondo intero, loro compresi, ha fatto affari.

Saddam Hussein, Hosni Mubarak, Muammar Gheddafi, Bashar Al Assad dovevano cadere!

Rimane in piedi e resiste, ancora, la Siria di Bashar Al Assad grazie alla compattezza del suo popolo ed all’eroismo dell’esercito che ha perso un terzo dei suoi trecentomila uomini per combattere a difesa del proprio territorio contro l’internazionale criminale e terroristica coalizzata, addestrata, armata e finanziata dai padrini degli euro-petrol-dollari.

Grazie a loro, oggi, la Siria è un inferno!

Nella loro strategia di “instabilità costruttiva” che deve “creare e gestire conflitti a bassa intensità, favorire lo spezzettamento politico e territoriale dell’area e promuovere il settarismo e la pulizia etnico-confessionale” (da relazioni pubblicate da ex agenti dei servizi segreti francesi nel 2006 sulla politica statunitense in Medio Oriente), la “creatura ISIS” o il loro “strumento ISIS” sta funzionando alla perfezione!

Il risultato è ben visibile. Una guerra imposta dall’esterno e che dura da oltre quattro anni e mezzo e che ha prodotto distruzione e morte, stupri e violenze, stragi e deportazioni, decapitazioni ed esecuzioni, città e villaggi bombardati o rasi al suolo, chiese bruciate e cristiani crocifissi, 260mila morti e milioni di disperati che scappano da questo inferno.

Eppure “la Siria – dice Mons. Giuseppe Nazzaro, francescano ed ex Vicario Apostolico di Aleppo – per come la conosco, era il Paese più democratico di tutto il Medio Oriente […]. Quello che mi sta a cuore è che in Europa si sappia bene che cosa sta succedendo qui e in tutto il Medio Oriente e per colpa di chi. Questa è soprattutto una guerra di commercio. Siamo in una nuova colonizzazione che si traduce così: “Io vi do le armi, voi vi autodistruggete e poi vengo io a ricostruire tutto”. […] Noi stavamo benissimo. Vivevamo in pace. Ci hanno portato una guerra che è diventata guerra fratricida, che sta distruggendo un Paese che era bellissimo, ricco di storia e di civiltà.”. 

E’ necessario porre fine alla guerra d’aggressione ed all’embargo alla Siria e difendere un popolo stremato e innocente, e, nello stesso tempo, preservare e difendere quel mosaico di etnie, “culture e fedi millenarie, l’equilibrio di un sistema unico in tutta l’area mediorientale”.

L’Occidente vive la sua ora più cupa, l’inverno ha gelato quanto di grande e fiero ha manifestato nel corso della sua storia, rappresentato da un potere internazionale che crede solo nel dio denaro e per questo agisce scatenando guerre e devastazioni, che “imbarca interi popoli sui barconi” dopo aver distrutto i loro Paesi ed eliminato ogni autorità, creato l’anarchia e ridisegnando i nuovi confini con il sangue innocente.

Allora è necessario che ognuno faccia la sua parte, piccola o grande che sia: con la preghiera, per la conversione dei potenti responsabili di tanti orrori; con l’azione, di informazione e diffusione della verità sui tragici avvenimenti siriani e mediorientali perché “la menzogna, per attecchire, ha bisogno della complicità di chi, pur non essendo d’accordo, tace per convenienza o quieto vivere”; con il sacrificio che comporta la riscoperta “dell’orgoglio, della fermezza, di un cuore fervido” che non si lascia vincere dalla paura, e che agisce in modo disinteressato per ciò che è giusto, che sappia testimoniare e scoprire il senso vero della solidarietà come dovere morale.

 Vittorio Gigliotti

del Coordinamento Nazionale per la Pace in Siria Presidente di Cantiere Laboratorio


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