L’intervista di Mara Venier a Brunori Sas


Ho visto la trasmissione Domenica In – speciale Sanremo. Ho notato anch’io come tanti altri spettatori, la diversa accoglienza che Mara Venier ha riservato a Brunori SAS rispetto agli altri cantanti e mi sono chiesto le motivazioni di questa disparità di trattamento.

Brunori è stato trattato come un viandante capitato sul palco per caso e non  come il terzo classificato della kermesse canora , tanto che i giornalisti non gli hanno posto alcuna domanda mentre agli altri suoi colleghi hanno chiesto notizie sulla loro vita privata ed artistica, sulle loro esperienze professionali, sul loro futuro artistico,  e se e quale arricchimento umano e professionale hanno tratto dalla partecipazione al festival.

La stessa conduttrice si è limitata a fare poche domande eludendo la scaletta che di solito viene redatta per ogni trasmissione con tempi e modi precisi di partecipazione degli ospiti e dimenticando che la Rai svolge un servizio pubblico senza favoritismi e senza preclusioni per alcuno.

Gli artisti  che si esibiscono in Rai sono tantissimi: di alcuni   si apprezzano l’impegno, la serietà, la dedizione al lavoro, di altri si notano la supponenza, l’arroganza e l’egocentrismo,  che sconfina spesso nella sottovalutazione degli altri e nella convinzione sbagliata che il successo dipenda soltanto dalla loro bravura e non dalla concomitanza di un impegno costante e sinergico di un team di professionisti e di maestranze di alta professionalità: autori, scenografi, registi, direttori di fotografia, cameraman, elettricisti, operai ecc…

E’ pur vero che la Rai non è più quella di un tempo, molte cose sono cambiate   ultimamente. Un dirigente  al momento del pensionamento affermò con rammarico e nostalgia insieme: “la Rai che lascio dopo quarant’anni di lavoro  non è quella che ho trovato quando sono stato assunto e non sarà più quella che sto lasciando”.

Oggi sembra  una Rai completamente diversa: anchilosata, prigioniera del suo glorioso passato, priva di quell’alone di rispetto e di ammirazione che trasmetteva un tempo. L’immobilismo favorisce la nascita di gruppi che detengono il monopolio delle trasmissioni  e che di fatto impediscono ogni cambiamento.

Il palinsesto è sempre lo stesso: programmi che si ripetono da anni con gli stessi   autori e con gli stessi conduttori che hanno esaurito la loro vena artistica, la spinta al miglioramento e che impediscono di fatto l’ingresso di energie più vive e moderne capaci d’interpretare i cambiamenti repentini della nostra società e del mondo dei social.

La Rai  sta cambiando pelle  e non sembra più un salotto pubblico ma un salotto privato, tanto che spesso viene spontaneo chiedersi se esiste un ben preciso disegno che miri alla sua privatizzazione.

Credo che l’intervista di Mara Venier a Brunori SAS, espressione impropria, perché l’intervista si confà ai giornalisti e non ai conduttori, la confusione  dei ruoli sta diventando endemica,  risenta di questo clima.

Le domande di Mara Venier sembravano frutto d’improvvisazione e della completa ignoranza della vita artistica di Brunori SAS, ma anche di un pregiudizio duro a morire nei confronti della Calabria e dei calabresi. Brunori SAS è un calabrese orgoglioso di esserlo  e la sua semplicità ed umanità, la sua intelligenza e cultura facevano da contrappasso alla  finta bonomia della conduttrice ed ai tanti luoghi comuni sui calabresi.

Nicola Iozzo