L’Italia e l’America Latina, e le guerre


 Spero che la Meloni sia andata in Argentina per aprire quel discorso di politica estera che finora non c’è stato, e dico nei secoli. Eppure l’Argentina è un pezzo d’Italia, un pezzo notevole; e prima storica meta dell’emigrazione italiana.

Ma ecco un esempio di quanto io penso. Due fratelli di mio nonno Ulderico, entrambi farmacisti, andarono uno in Brasile, l’altro appunto in Argentina: ebbene, non ne sappiamo niente, non solo di loro, ma di loro eventuali pronipoti Nisticò… o Nìstico: già, il Macrì, presidente dell’Argentina dal 2015 al ’19, veniva chiamato Macri.

E mai sono venuti a vedere quel che resta delle memorie dei comuni avi: sarebbe il turismo delle radici, di cui tutti si riempiono la bocca, e che non abbiamo mai visto.

Egli, Macri, era così chiamato dagli Argentini, perché gli Italiani e l’Italia non lo chiamarono affatto; e tanto meno la Calabria, sebbene egli fosse originario di San Giorgio Morgeto: non so nemmeno se il sindaco del paese gli abbia mandato un telegramma.

Oppure, in una Calabria dove la concedono a chiunque respiri e a chi canti un sera per la festa del santo, una bella cittadinanza onoraria? Niente, è lo stesso dei miei due prozii ed eredi: silenzio.

Una curiosità. Nel 1843, la principessa Teresa Cristina di Borbone, figlia di Francesco I delle Due Sicilie, sorella del regnante Ferdinando II, sposò Pedro II, imperatore del Brasile. Fu così amata dal popolo da essere chiamata la Madre dei Brasiliani; e ancora l’anno scorso il Brasile repubblicano le ha dedicato una città: Teresopoli. Bello, vero? Ma non era un fatto di politica estera, e solo dinastico; e nel 1860, quando Francesco II, nipote di Teresa, venne abbattuto, i due imperiali consorti lo lessero sul giornale. L’Italia unita, dal conto suo, non ha mai condotto una seria politica estera con l’America Latina, nemmeno con l’italiana Argentina. È ora di cominciare.

E approfitto per una riflessione sulla politica estera in genere, e, come ho iniziato, mi rivolgo alla Meloni. Le viene il sospetto che non tutti [eufemismo!!!] i suoi simpatizzanti condividano la sua politica estera, soprattutto per la Terra Santa? E quelli che dubitano, certo non votano PD, però si stufano e non vanno a votare.

C’è anche un politicamente corretto di destra? Se è così, non rende, in voti.

Ulderico Nisticò