Lo scandalo di Corigliano e Meiji


 Nella Calabria che, come scrivevamo ieri e come dovrebbero sapere tutti però fingono di ignorarlo, è l’ultima d’Europa, arriva la multinazionale Baker Hughes, propone un investimento di sessanta milioni di euro e, per cominciare, duecento posti di lavoro, e a Corigliano dicono di no.

 Attenti, dicono di no ufficialmente l’associazione X e il gruppo Y, e il sindaco Stasi non se la vuole guastare con Y e con X e con nessun elettore; ma, a quanto pare, dicono di no tutti gli abitanti di Corigliano Rossano, cioè 85.000 persone; infatti, non ho sentito dire che qualcuno abbia protestato sul serio.

 Qui c’è qualcosa di strano, qualcosa che ha a che vedere con il peggio della calabresità, che è il vivere di sogni o del passato e del futuro, e nel presente aspettarsi qualche manna dal cielo. Non scherzo: alcuni storici del XVI e XVII secolo spacciavano la manna degli alberi, l’umile banalissima escrescenza, con la manna biblica che consentì di mangiare senza fatica.

 Eccovi alcuni ricordi storici. Negli anni 1930 sorse a Locri una grande industria siderurgica, che produceva varie cose, tra cui una famosa motocicletta di ottima qualità. Venne aiutata in ogni modo dal governo dell’epoca: furono le motociclette locresi ad aprire la sfilata dell’Impero nel 1936; e intanto i milioni di bulloni del gigantesco transatlantico Rex venivano fabbricati a Locri… Ma intanto succedeva di tutto, e dico di tutto perché nessuno ha mai capito bene: scattarono liti e cause in tribunale e piccoli grandi misteri; e l’industria chiuse. Chiuse, nella più totale indifferenza del territorio. Così hanno chiuso battenti le industrie di Crotone e quelle di Vibo, e nel silenzio più nero. E anche il Quarzo di Soverato, aperto nel 1937, chiuse verso il 1950, e nessuno ha mai seriamente saputo perché.

 Invece Salime Sir, Isotta e altre truffe, semplicemente costarono valanghe di soldi e non aprirono mai.

 C’è qualcosa di cupo, in questo calabrese rifiuto del progresso. A Corigliano non vogliono l’industria, però sperano che arrivino migliaia di navi da crociera a portare soldi facili con il minimo possibile di fatica degli indigeni! O che qualche sparuto peschereccio costituisca chissà quale attività…

 In tutto questo, c’è una gravissima e desolante carenza di politica. Avrete notato, sul caso Corigliano, il silenzio totale di deputati europei, parlamentari nazionali, consiglieri regionali… mentre gli intellettualoni sono troppo occupati a ritirare la cittadinanza onoraria di Borgorosso. Borgorosso non esiste da secoli, la cittadinanza e il premio letterario sì.

 Ci vorrebbe un imperatore Meiji. Anche Meiji ebbe degli oppositori (ci hanno fatto dei film bellissimi), però aveva deciso, e creò il moderno Giappone.

 Studiate, ragazzi, ogni tanto; anche a Corigliano.

Ulderico Nisticò