L’ultima figura storica…


…in un mondo piatto e di cronaca, è Michail Gorbaciov. Nato nel 1931, non apparteneva al tempo e alla temperie dei miti leninisti e staliniani; e nemmeno aveva combattuto, per età; e, soprattutto, non era uno dei gerontocrati da Kossighin in poi, vecchi di anni e ancora più vecchi di testa; e frutto della più greve e inetta burocrazia.

 Infatti, dagli anni 1970, l’Unione Sovietica era uno strano comunismo burocratico, in cui degli impiegati di partito stabilivano, da Mosca, cosa dovevano produrre sul Pacifico o in Asia Centrale; e l’effetto era una sovrapproduzione di ninnoli inutili (vi ricordate migliaia di telescopi in svendita sul Lungomare?) e grave carenza dell’essenziale. Negli ultimi anni, il compagno Ivan doveva, nei rari mercati, comprare a forza una macchina fotografica se voleva delle scarpe… eccetera. Raro, il pane.

 L’Unione Sovietica, prima del mondo in alcuni settori, era l’ultimissima in tanti altri. Anzi, come mostrò la sconfitta in Afghanistan, nemmeno tanto primeggiava in forza militare.

 Forse Gorbaciov aveva in mente di trasformare lo Stato, prima di accettare l’idea che era finito, e bisognava prendere atto della dissoluzione. Un paragone storico? Teodosio, che nel 395 divise il mondo romano in due Imperi; uno dei quali, quello d’Oriente, vivrà un altro millennio.

 La dissoluzione, che poteva divenire una guerra di tutti contro tutti e anarchia generale, venne gestita nel modo possibile; e senza dubbio un errore, ma inevitabile, rendere indipendenti Stati dai confini che erano solo circoscrizioni amministrative. Pensate all’Ucraina.

 Gorbaciov evitò anche che i Paesi satelliti (Polonia, Ungheria, Romania, Bulgaria; la Cecoslovacchia poi morì da sè) piombassero nei conflitti. Riuscì, d’accordo con Khol, a impedire che la Germania Est, mentre svaniva, venisse subito occupata da truppe americane. Era il massimo che poteva fare; ma dobbiamo a Gorbaciov se nel 1989 l’Europa e il mondo non precipitarono in guerre senza fine.

 Aveva sperato che gli USA non approfittassero per allargare il loro dominio con la NATO; ma non mantennero la parola, e lo sappiamo dai nostri giorni.

 Tutti stamani insistono sulla perestroika, che sarebbe una specie di libertà di parola di stampo illuministico e occidentale; ma destinata a scarsa fortuna in un Paese, la Russia, dove da sempre convivono, e s’incrociano, quattro assolutismi: quello dei khan tartari, quello degli zar, il comunismo e la Chiesa ortodossa.

 In quel suo tempo e con tali premesse, Gorbaciov fece tutto il possibile; e gli rendiamo gloria.

Ulderico Nisticò