L’ultimo saluto a Leandro


E’ una folla esagerata quella che ha dato l’ultimo mesto saluto a Leandro Celia, il giovane venuto a mancare tragicamente nei giorni scorsi nell’incidente ferroviario alle porte di Soverato. Il rito funebre alla presenza di autorità civili e militari, celebrato nella chiesa matrice Maria S.S. Della Pietra di Petrizzi dal Vicario generale della Diocesi di Catanzaro-Squillace Don Gregorio Montillo con la concelebrazione del parroco Don Francesco Muccari e di Padre Giuseppe Francesco Lombardi, ha visto la partecipazione accorata di gente proveniente dall’intera provincia ed in particolare dai paesi viciniori ma soprattutto di tanti, tanti giovani, compagni di scuola, amici, semplici conoscenti che hanno sentito di voler dare il loro addio ad un ragazzo che ha pagato con la vita uno sciocco errore.

A destare profonda emozione durante la funzione, la lettura da parte dei compagni, di un tema scolastico scritto da Leandro e di sue memorie personali impresse nel diario. Importante, profondo, autentico insegnamento di vita il monito dato alle nuove generazioni, nel suo intervento, da Don Gino Martucci, appartenente ad un ordine religioso da sempre particolarmente vicino ai giovani e Direttore di un Istituto Salesiano, quello di Soverato, simbolo di cultura e di crescita nonchè sicuro riferimento per intere generazioni di tutta la Regione. Il lungo corteo funebre partito dal centro storico e diretto verso la periferia del Paese ha vissuto attimi di commozione nella caratteristica Piazza Regina Elena allorquando i giovani hanno simbolicamente lasciato volare in cielo palloncini bianchi e azzurri accompagnati da un estremo urlo di saluto al cospetto della bara bianca. Straziante ed indescrivibile il dolore dei genitori costretti al definitivo distacco da un figlio che l’incontenibile vitalità pareva gli avesse reso immortale. Ma come ricordato dal Sacerdote “i giorni dell’uomo svaniscono come i sogni al risveglio” e quelli di Leandro, probabilmente, era destino finissero in una sera di Marzo. E se è vero che la vita dei morti è riposta nel ricordo dei vivi, siamo certi Leandro continuerà a vivere nel cuore e nella mente di quanti hanno avuto modo di conoscerlo e di apprezzarne la bontà d’animo.

Massimiliano Giorla


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