Lunga vita al sindaco di Riace


Auguri al sindaco di Riace, Antonio Trifoli. E siccome è nuovo, e sono certo voglia innovare, riprovo con lui quello che non mi riuscì qualche anno fa, e non certo per colpa mia.

Premessa: userò volutamente circonlocuzioni ambigue; non tentate di indovinare. Un giorno venni chiamato da un certo Comune dell’Alta Locride; mi recai, a mie spese, e ottenni in cambio un caffè. Alla richiesta di fornire consigli, io consigliai tale Comune come valorizzare non solo quel territorio, ma tutta l’Alta Locride, previa riunione di tutti i sindaci o chi per loro. Inutile vi narri che l’interlocuzione in parola cadde nel vuoto torricelliano, e il suaccennato Comune non si fece più vivo. Incapaci!

Avevo fatto notare a quel Comune, e faccio notare oggi a Trifoli, che il territorio mostra molte e interessanti potenzialità turistiche, tuttavia poco o nulla utilizzate. Dai confini della provincia di Reggio a Roccella, per oltre 30 km., si scorgono spiagge molto belle e ampie, dove però è molto raro anche un solo ombrellone. Questo per la balneazione, e non mi dilungo.

Poco valorizzato, direi addirittura poco conosciuto il pur importante e consistente patrimonio culturale. Ne do un rapido elenco, escludendo però il solo Comune che può dirsi noto e frequentato, che è Stilo.
Il territorio di Bivongi, celebre per i buoni vini, offre l’esperienza religiosa e artistica del cenobio di S. Giovanni Teresti, di stile bizantino-normanno.
In agro di Pazzano, esercita fascino la grotta eremitica (laura, lavra) di Monte Stella.

La colonia achea di Caulonia corrisponde alla Marina di Monasterace, con area archeologica e Museo. Scarsamente noto, ma di straordinario interesse, è il castello di Malta nel borgo; o piuttosto il borgo stesso sorge come superfetazione del possente castello.

È abbastanza conosciuta la settecentesca Villa Caristo di Stignano.
Placanica ha un interessante castello. Nell’agro, il Santuario della Madonna dello Scoglio, meta di pellegrinaggi.
Caulonia (Castelvetere, ma non è qui il caso di parlarne) mostra molta storia: castello, chiese, tracce bizantine, monasteri, palazzi… e la gloria di aver partecipato alla vittoria di Lepanto del 1571.

E Riace? Ryakion (Ῥυάκιον), fiume, ha sempre costituito momenti di attrazione, in particolare per l’antichissimo e imponente pellegrinaggio annuale dei Santi Medici Cosma e Damiano, di cui Riace custodisce un frequentato santuario. Intorno, anche nella zona marina, palazzi e fortezze. Tra queste, l’interessante castelletto San Fili con ampia vista sul mare, e, nei pressi, una torre di avvistamento. Mica poco.

Due misteri… tre (ma il terzo non ve lo dico) ammantano Riace:

– il raduno degli zingari: e dico zingari, e non rom, che oggi è una valenza poco simpatica; era il raduno di quel popolo ancora arcaico, con il re o regina di turno, e con riti molto particolari;
– i Bronzi, che, appena ritrovati a Riace, vennero frettolosamente e pochissimo scientificamente liquidati come effetti di un naufragio, quindi di provenienza lontana e solo casuale presenza in loco; ma è una tesi che non convince tutti, anzi che si mostra sempre più debole; cito solo le riflessioni del compianto professor Roma, che collega i Bronzi con i SS. Medici; e quelle recenti di Giuseppe Panetta, con solidi argomenti.

Insomma, c’è molto da fare per tutto il territorio, e in particolare a vantaggio di Riace. Auguri, sindaco Trifoli.

Ulderico Nisticò


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