L’urbanistica? Chi era costei?


Quartiere Corvo – Catanzaro

 La mancanza di ogni idea di urbanistica è un effetto del degrado calabrese; l’effetto, e anche la causa. Perché se ne accorgano giornalisti e politici, in Calabria servono i poveri morti!

 Premessa: l’urbanistica non è una materia d’esame per architetti e ingegneri, ma il contrario; è un’idea politica, concepita da un politico, e poi, e solo poi, affidata a un tecnico. Quando, nel 444/3 venne fondata Thuri sul luogo di Sibari distrutta da Crotone, la progettò sì Ippodamo di Mileto, e ne fece modello perfetto di tutte le città degne di questo nome; ma l’aveva pensata Pericle.

 Chi ha pensato Catanzaro negli anni 1980 circa, a Pericle non era capace di legare i lacci delle scarpe; ed ebbe una sola sballata opinione: costruire costruire costruire, e fare soldi; e in mano a tecnici che, in quanto tecnici, non valevano manco il righello di Ippodamo. Ed ecco i quartieri non degradati, ma nati in degrado: case, bruttissime case, arrangiate case con pessimo materiale a risparmio; e assenza di ogni luogo di umana socialità; cimiteri dei vivi, che a volte diventano cimiteri dei morti. Nei luoghi di degrado, il degrado non è eccezione, è regola, è stile di vita. I ragazzi che vi nascono, respirano degrado.

E che dire della semisecolare distrazione della giustizia e delle forze dell’ordine? A parte qualche sgommata spettacolare di quelle che i giornalisti chiamano “blitz”; e qualche arresto tv di tipacci che due giorni dopo sono di nuovo a spasso a spacciare.

Così la città capoluogo è un piccolo e sempre più spopolato centro storico (con qualche zona di degrado recentissimo), con intorno mucchi di case che andrebbero solo abbattute e ricostruite: ma in modo urbanistico, cioè ippodameo e piacentiniano (Marcello Piacentini, 1881-1960: attenti alle date), ovvero prima la piazza, poi gli edifici pubblici e di culto, e poi case: ma case uscendo dalle quali s’incontri gente con cui discutere e spettegolare, e non il vuoto o lo spacciatore.

 E chi è stato il genio che volle l’orrenda stazione di Germaneto, brutta e nel deserto? E nessuno si ribellò? E lo stesso l’università, dove, finite le lezioni, si può girare un film del terrore ispirato al vuoto fisico e psichico, e gli studenti se ne vanno altrove: un diplomificio.

 Ecco la devastazione del territorio e delle persone in Calabria tutta. Ma qui, per ora, stiamo parlando di Catanzaro.

Ulderico Nisticò