Ma cadono tutti dal pero?


 Nelle scuole dell’Impero Romano si studiava che c’era la Repubblica prima dell’Impero, e prima ancora della Repubblica c’era la Monarchia. Più o meno clandestinamente, si leggeva Catullo, che di Cesare parla malissimo. Che c’è di strano, se i fatti erano andati esattamente così?

 Nelle scuole italiane, se il professore è serio, magari antifascista ma serio, dovrà spiegare i fatti del 1918-22 e seguenti con lo stesso spirito con cui il collega spiega il teorema di Pitagora; e parlare di combattentismo e vittoria mutilata, fallimento dei liberali, vittoria elettorale e fallimento politico dei socialisti, nascita e crescita del fascismo, presa del potere, eccetera. Sono i fatti. Quando il prof serio dovrà parlare delle violenze, dovrà ricordarsi che, l’anno prima, aveva raccontato Robespierre con la ghigliottina a ritmi industriali, eccetera; e, in contemporanea di Mussolini, i ben più numerosi morti sotto Stalin eccetera; senza trascurare i giocattolini sperimentati da Einstein e Truman sul Giappone. Racconterà, il prof, la conquista dell’Etiopia, ma non dimenticherà che la G. Bretagna possedeva un quarto del mondo; e la Francia si tenne l’Algeria, a sangue, fino al 1962.

 Quando dovrà spiegare che l’Italia fascista perse la Seconda guerra mondiale, dirà, credo, che era meno preparata dei nemici democratici; però spiegherà che i nemici democratici erano più armati, e soprattutto più bellicosi, e più abituati alla guerra, dell’Italia per quanto fascista. Così ragiona uno storico.

 Brutto mestiere, il prof di storia! Ma nemmeno un prof di greco può decidere di spiegare l’aoristo primo perché gli sta simpatico, e l’aoristo terzo no, magari per motivi ideologici che se volessi divertirmi saprei inventare. Perché quando uno cerca pretesti ideologici, li trova persino nella terza plurale divenuta analogica.

 Ma anche i politici… La Fiamma c’è dal 26 dicembre 1946, e passò dal MSI al MSI-DN ad AN e a vari eredi, infine a Fratelli d’Italia. E qualcuno se ne accorge nel 2022?

 E la narrazione dei fatti, siete proprio sicuri che siano andati così, e che anche nel 1945 e 46 fossero tutti caduti dal pero? Gronchi era stato sottosegretario di Mussolini dal 1922 al ’25; Oscar Luigi Scalfaro era giudice della Repubblica Sociale; nella cost. c’è uno dei principi fondamentali, il 7, che richiama i Patti Lateranensi firmati da Mussolini per il re Vittorio Emanuele III e dal card. Gasparri per Pio XI: il papa, non un cappellano militare; e il segretario di Stato! Ebbene, anche il più democratico dei cattolici del dissenso è liberissimo di condannare i Patti (si troverebbe in compagnia di Giovanni Gentile, che votò contro in senato), ma non di negare che i due in fotografia fossero Gasparri e Mussolini.

 E anche le bonifiche e le strade e le città nuove, mica si sono fatte da sole.

 Insomma, la soluzione è raccontare la storia, con date luoghi nomi; e c’è legittimo sospetto che tantissimi la ignorino.

 La storia, non battibecchi tra opposte tifoserie “quorum causas procul habeo”. Per i diversamente latinisti, vuol dire che è passato tantissimo tempo.

Ulderico Nisticò