Ma che fanno, a scuola?


 Non so cosa succeda nel campo delle matematiche e annessi; ma mi accorgo, tramite i social, che ci dev’essere, a scuola, una gravissima carenza nei campi delle lettere e della storia e filosofia. Alcuni esempi:

– Sconoscenza quasi totale della letteratura italiana. Mai uno che nomini il Notaro, o Dante, Petrarca, Boccaccio, Ariosto, Tasso, Marino, Alfieri, Parini, Foscolo, Leopardi, Manzoni, Carducci, Pascoli, d’Annunzio… o quest’ultimo, solo per veri o presunti fatti di femmine.

– Su greco e latino e le due letterature, stendo un velo!

– Quanto alla storia, sono ignoti non dico Temistocle e Giulio Cesare ma Napoleone; e del tutto zero le notizie su Napoleone III; idem per Cavour, e figuratevi Ferdinando II. Temo sia lo stesso anche per Mussolini.

– Filosofia… ogni tanto leggo citazioni assurde attribuire, senza la benché minima traccia di richiami bibliografici, a Platone o Vico o Hegel eccetera; e persino “scritti” di Socrate che non scrisse un piffio.

– Arte e storia dell’arte, silenzio.

 Ebbene, dov’è che non si studiano tutte queste belle cose, che appena pochi decenni fa erano banalissime nozioni a rischio di bocciatura a giugno? A scuola, non si studiano a scuola.

 Al posto del ministro, io invierei ispettori, non a controllare i registri e altre cartacce, bensì a scoprire se i ragazzini sanno leggere e scrivere, e conoscono, che so, la Prima e la Seconda guerra mondiale e la Divina Commedia. Sai le risate?

Ulderico Nisticò, prof in pensione