Macron, Saraj, Libia: dov’è il trucco?


Il governo, anzi tutta l’Italia hanno rimediato una figuraccia, quando Macron ha convocato a Parigi i due capi libici e li ha messi in riga; poi, giusto come si fa con i parenti poveri, ha ringraziato Gentiloni non si sa di che. Intanto, per buon peso, vieta a Fincantieri un’operazione che, secondo le regole europee, sarebbe banalissima; e invece Macron pone al primo posto gli interessi della Francia, altro che Europa.

Torniamo alla Libia. Saraj, di passaggio per Roma, chiede a Gentiloni che navi italiane blocchino le coste libiche; navi militari, navi da guerra, s’intende. La Libia, o quel che è, lo sta già facendo un poco, ma non ha mezzi; l’Italia ha i mezzi, ma non lo sta facendo.

Bloccare le coste significa, senza giri di parole, impedire la partenza di gommoni stracarichi e bagnarole fatiscenti eccetera; e quindi prevenire i naufragi e le stragi in mare; dopo di che, o far restare i “migranti” in Libia, o, se eventualmente si sono imbarcati, riportarceli. Significa che in Italia (e dico Italia, perché sbarcano o li portano solo in Italia) non devono venire, perché è evidente e sotto gli occhi di tutti che non è possibile “accoglierli”, e che ormai l’opinione pubblica non ci casca a dover credere che omoni in ottima salute sono invece donne disperati e minori senza la mamma. Potenza della televisione! Avrete notato che, a parte qualche raro caso di giornalista servile, è cambiato anche il linguaggio; oppure dilaga un imbarazzato silenzio, rotto solo dalla gigantesca gaffe salviniana di Renzi, “Aiutiamoli a casa loro”. Gaffe ma sensata: aiutiamoli a casa loro a lavorare e campare, non viziamoli a cellulari e panchine sul Lungomare di Soverato.

Lo dice la Libia: mandate navi militari, e bloccate le coste; e perciò dichiara che ciò avverrebbe non con il permesso ma su richiesta della Libia, e perciò perfettamente legale. Gentiloni, colto di sorpresa da questo improvviso bagno di maschia storia nel suo povero mondo di cronaca, blatera che è “un sostegno tecnico attraverso l’invio di unità navali”: capite, manco navi le chiama! Fa come le vecchiette dell’Ottocento quando andavano dal medico a parlare di fastidi posteriori: pudiche perifrasi!
Ora attenti qui; delle due è l’una:
– o Saraj lo dice sul serio, e allora già oggi le “unità navali”, dette volgarmente navi da guerra, devono partire per la Libia; e avere mandato di fare quello che devono fare: usare la forza contro gli scafisti, e se gli scafisti non sono d’accordo, peggio per loro;
– o c’è un trucco, e Macron aspetta che Gentiloni e compagnia cantante se la stiano a pensare, dibattano, leggano giornali nazionali ed esteri, piangano, inventino giri di parole… e intanto arrivano navi francesi, e tanti saluti all’Italia.
Sono un bieco malpensante? Beh, hic Rhodus hic salta: se entro due o tre giorni leggo che le nostre navi sono in vista di Tripoli bel suol d’amore, bene; se leggo che le navi ci sono sì, ma con il tricolore blu e non verde, allora i miei sospetti saranno fondati. Alla prova, Gentiloni.

Ulderico Nisticò


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