Un sapido proverbio recita “davanti a studenti non parrara latinu… ”, e il seguito ve lo dico in privato, se no pare brutto. Mala gestio, tradotto, vuol dire che la Regione Calabria – lo dice la Corte dei conti – gestisce male i rifiuti, e con sperpero – dice sempre la Corte – di un centinaio di milioni di euro. Alla faccia!
Altri gestiscono bene, e con grande beneficio della pubblica igiene, e con vantaggi finanziari, riutilizzando cioè i rifiuti in qualche modo qualsiasi che detti l’umana fantasia. Ho letto da qualche parte che la plastica viene rifusa per farne mattoni come quelli della Lego, ma grandi, e incastrati per fare muri. Eccetera.
In Calabria, le costruzioni Lego le regaliamo ai bambini, ma piccole piccole. E dai rifiuti non ricaviamo soldi, anzi li gettiamo al vento.
Di chi è la colpa? Certo della politica, e di una mediocrissima, quando non pessima, classe di candidati in mezzo alla strada, tanto per formare le liste; e dell’assenza, in Calabria, di partiti e movimenti politici dove discutere e dove selezionare il personale politico. Guardatevi intorno, e ditemi se mi sbaglio.
Sicuramente colpa peggiore ce l’hanno i passacarte seduti, incollati alla sedia nella Cittadella, e di palese inettitudine. E ai quali i politici non danno ordini, anche perché la sera prima sono andati a cena assieme. Diciamo cena.
Ci vorrebbe un commissario… ih, ma c’è già! E come mai l’ufficio del commissario è altrettanto inefficiente – leggete la relazione della Corte dei conti – dei politicanti?
Commissario, dal verbo latino committo, parola formata da cum e mitto, cioè “io”, ovvero un potere politico, affida a qualcuno l’incarico di gestire una cosa. Gestire, non parlarne, gestire, dal latino gesto, frequentativo di gero, dirigere.
Serve dunque un commissario con pienissimi, con assoluti poteri. E con i BAFFI per esercitarli spietatamente, emanando ORDINI e pretendendone l’immediata esecuzione. Se no, il commissario è solo un burocrate in più, altrettanto inutile e costoso degli altri burocrati.
Ulderico Nisticò