Meridione innovativo?


 Voglio sperare che siano genuine tutte le notizie che si leggono circa un miglioramento delle condizioni economiche del Sud, e, cosa che più mi stupisce, dell’innovazione tecnologica.

Mi stupisce, dopo secoli in cui tutti hanno sempre fatto come il nonno, sebbene fosse quasi sempre un nonno immaginario. Esempio letterario, i Malavoglia del Verga, i quali appena provano a migliorare piombano nelle disgrazie a catena.

Pare invece che si stia verificando il fenomeno delle “start up”, cioè aziende che innovano e si rinnovano, prendendo atto di essere nel 2025 e che il nonno è morto da un pezzo (di solito, in ristrettezze spacciate per baronia!), quindi bisogna mettere mano alle novità e saperle utilizzare. L’intelligenza artificiale non ci rovinerà, e nemmeno ci farà spuntare le ali, però c’è, e guai a non giovarsene. Nemmeno i computer hanno causato i danni morali e materiali che paventavano certi miei colleghi quarant’anni fa. Il Meridione ha sofferto per millenni di sussiegosa e superba neofobia, ed è ora di finirla. Eccetera.

Oggi si evidenziano interventi vantaggiosi di fondi europei e nazionali, e di quella che per decenni è stata il buco nero della Calabria, la Regione sotto tutti i governi, per due terzi di sinistra e centrosinistra, per un terzo di centro sedicente centrodestra, e parimenti inefficiente; e che ora pare si svegli dal coma. Sarà che sono andati in pensione i residuati delle assunzioni per lottizzazione; e che qualche giovane istruito ne ha preso il posto? Sarà che Occhiuto è di polso invece di fare l’amicone? Spero sia così, e che la Regione stia compiendo il suo dovere.

Non ci siamo ancora con la cultura, i cui assessori al ramo è dal 1970 che non danno segni di vita, e assolvono a funzione di arredamento.

Che c’entra la cultura con l’innovazione tecnologica? C’entra, se il calabro intellettuale la smette di fare anche lui come il nonno: nonno che per cultura intendeva il titolo di studio, mentre sono due cose intrinsecamente diverse; anzi, spesso il titolo di studio è stato inteso come l’autorizzazione a non leggere mai un libro dopo la laurea.

Se è vera gloria, lo vedremo. Intanto torno sulla mia idea della Macroregione Ausonia dal Molise alla Calabria: dodici milioni di abitanti, e tantissime energie da mettere assieme e organizzare. Ovviamente, in rete, che annulla le distanze e azzera il tempo, se la si sa adoperare.

Ulderico Nisticò