Mi sono candidato alla presidenza della Regione…


 …non sarò eletto, anzi è assai se piglierò 02 voti invece di 01… a parte che a migliaia diranno di votarmi “perché solo tu puoi salvare la Calabria”, e i fanatici aggiungeranno “le cose che dici tu io le ho sempre dette molto prima di te”… per poi votare il parente, il vicino, il raccomandante la figlia al concorso, il massone (deviato!), il mafioso… tutti, tranne me.

 Fatta questa doverosa premessa, e siccome sono in campagna elettorale, andrò anche io promettendo a destra e a manca. Promettendo? Ahahahahah: minacciando, direi. E che minaccerò? Presto detto.

  1. Di arrivare ogni mattina in ufficio alle 08.00 precise; quando beccherò un impiegato o funzionario o megadirigente eccetera, il quale invece arrivi alle 08.01, lo licenzio. Vero che quello fa ricorso al TAR e lo stravince, ma intanto deve pagarsi l’avvocato e litigare con la moglie (“Dove te ne vai, la mattina, invece dilavorare?”).
  2. Di controllare ogni santo giorno non solo se i passacarte arrivano, ma che fanno in ufficio, e ciò con ispezioni improvvise: non come il generale del VII Commiliter, che ce lo fece sapere quindici giorni prima.
  3. Di spendere fino all’ultimo centesimo tutti i fondi della Regione, e per un motivo qualsiasi. Meglio spendere e spandere e dilapidare e scialacquare i soldi, che rimandarli a Bruxelles per comprare una sedia ad Ursula. Se avanzassero – ma non credo – 0.80 €, li rubo e mi compro un caffè in un bar decente.
  4. Di varare, già il primo giorno, un decreto così concepito: “La Regione concede contributi solo a Comuni superiori a 25.000 abitanti”. Così entro mezzora i 404 Comuni calabresi diventano 40, e sarebbero ancora troppi.
  5. Di varare, già il primo giorno, un decreto così concepito: “La Regione concede contributi solo ad operatori turistici i quali dimostrino, carte alla mano, di lavorare almeno quattro mesi l’anno”.
  6. Di mettere mano ad una politica della cultura. Ovviamente, ragazzi, cultura, e non palloncini a forma di coniglio, o cimiteri dei migranti, o marce antimafia segue cena, o piagnistei e film inguardabili… cultura. Un poco me ne intendo, io, a differenza dei famosi “tu non sai che grande uomo di cultura è Pinco Pallino”.
  7. Di applicare il concetto anche al turismo culturale, roba poco nota in Calabria.
  8. Di sollecitare, sciabola alla mano, tutti i lavori pubblici che stanno in attesa da ormai 60 o 70 anni.
  9.  Eccetera dello stesso tenore.

Ovviamente, affezionati lettori, siete tutti, ma tuttissimi d’accordo con me. Poi voterete malissimo per candidati pessimi di partiti che non esistono: ma peggio per voi.

Ulderico Nisticò