Migranti e clandestini: bisogna che gli scandali avvengano


Oportet ut scandala eveniant, nella versione latina, è una delle frasi evangeliche che più ha atto discutere gli esegeti, e io non mi azzardo a far teologia. Nella sua applicazione politica, vorrebbe dire che è meglio essere chiari e creare “divisioni” (questo è il significato originario di scandalo), che fingere di essere d’accordo e giocare di coda e nell’ombra. La posizione dell’Italia, governo Meloni, ha sì creato un incidente con la Francia (l’ennesimo dai tempi di Brenno, Cesare, Carlo VIII, Napoleone… ), e ha costretto l’Europa (poco) Unita a prendere atto che il problema esiste, e convocare ad horas e sul tamburo una riunione straordinaria, e non di parole, ma operativa. Bene!

A mio avviso, è proprio con le parole che bisogna finirla. Anche “invasione” è una parola un poco esagerata; ma sono palesemente recitate a memoria le tiritere “disperati etc.” e “donne e bambini”, e la più irritante di tutte “minori non accompagnati”, quando la tv mostra al 90% giovanottoni e maschi e ben muniti di cellulare, e che hanno pagato fior di soldi per un passaggio.

La prima operazione è dunque deideologizzare il problema e sottrarlo alla retorica, e affrontarlo con freddo realismo, e, quando serve, a muso duro di fronte all’Europa.

Sarei curioso di sapere quale furbata ha indotto i governi italiani precedenti agli accordi di Dublino, e in cambio di che sotto sotto. Ebbene, questi accordi vanno, come si dice in diplomazia, denunziati, cioè cancellati del tutto, e se ne devono fare altri diversi. Come? Se l’Europa è Unita, allora la questione riguarda non solo l’Italia, ma anche la Danimarca, la Svezia, la Polonia, la Germania, il Lussemburgo… e la Francia, che ha “accolto” 38 (trentotto!) persone, e che blocca le frontiere a mano armata, e pare che di tanto in tanto i suoi agenti entrino in territorio italiano: per la qual cosa vanno arrestati. Spagna, Grecia e Malta, che per ragioni geografiche sarebbero incluse in Dublino, è da un pezzo che si sono tirate fuori.

 Urge affermare e chiarire il diritto internazionale, che, come sempre, è confuso ed esposto a interpretazioni. Se una nave è norvegese, dice il diritto, gli eventuali naufraghi sono già in Norvegia, anche se la nave è nello Ionio; però non so quale altra convenzione parla di porto sicuro vicino. Bene, denunziare la contraddizione: se un piroscafo nell’Atlantico, e mentre è in rotta tra Europa e USA, incontra un naufrago (intendo qui naufrago vero, non organizzato!), non è che cambia idea per portarlo, che so, a Madera o in Argentina. Ecco, ci vogliono giuristi seri, i quali affermino che bisogna salvare i naufraghi, ma non trasportarli dove voglio loro; e, guarda caso, in Italia.

Eccetera. Ho solo accennato, per stimolare a discutere. E vi risparmio gli scandali… in questo caso intendo quelli giudiziari tipo Isola C.R., eccetera.

Quanto ai contrasti con la Francia… uh, in politica estera sono banalità, e prima o poi si risolvono. E già, politica estera: una materia di cui l’Italia negli ultimi 70, 80 anni è molto carente, o la fa di notte.

Bene dunque aver creato l’incidente e il caso di fronte all’Europa. Ora l’Europa sarebbe ora che iniziasse ad esistere sul serio, non solo per misurare l’involucro delle ricottine!

Ulderico Nisticò