“Mistero bizzarro”: W Mimmo Loiero


Avete mai provato a bere un bicchierino (il cd cicchetto) di un buon liquore e subito un altro ancora, e ancora un altro, apprezzandone sempre più il gusto ? E’ successo a me, ma questa volta, non era un bicchierino quello che tiravo d’un colpo, ma un libro. Il libro è quello di Mimmo Loiero, “Mistero Bizzarro”. Dopo averlo letto e riletto devo fare pubblica ammenda per averlo fatto così tardi dalla sua uscita. Non sono un grande critico e l’autore non ha guadagnato un qualificato lettore, ma la tentazione di scrivere qualcosa sulle pagine che ho consumato leggendo e rileggendo non riesco a fermarla.

Comincio però con un’osservazione, non sul libro ma sull’autore. Un giorno mi sono imbattuto su un suo post sui social che trattava di politica, era scritto così bene che io, poco avvezzo ai complimenti, non ho resistito e ho commentato così: “ottima analisi. Condivisibile o meno, è senz’altro molto intelligente e pari a quella di tanti editorialisti che scrivono sulle pagine di quotidiani nazionali. Raramente mi soffermo a leggere su FB commenti sulla politica dai profili. Ma il tuo incipit mi ha catturato. Bravo Mimmo…”.

Le stesse considerazioni posso farle di Mimmo Loiero-scrittore. Sono tanti che ci provano con la scrittura e non me ne vogliano se dico che Mimmo Loiero appartiene ad un altro pianeta. Meriterebbe critici di spessore e altri palcoscenici, ma tant’è !! Forse ad esserne colpevole è la terra di cui scrive e che tanto ama. La Calabria gli ha tolto il successo che avrebbe senz’altro ottenuto fuori di essa. Probabilmente è questa la ragione inconsapevole, una sorta di sindrome di Stoccolma, che lo ha convinto a presentarsi al grande pubblico dei lettori, con Mistero Bizzarro, scegliendo la Calabria come teatro della sua opera. Mistero Bizzarro, racconta una terra che non conosciamo o che conoscono pochi.

Una Calabria che si potrebbe definire ultra (nel senso di estrema) come intelligentemente chiamata la trilogia che prende il via da “Mistero Bizzarro” e prosegue con “Oscura Luce Calabra” che ci riserviamo di leggere e commentare. Il sospetto è che la Calabria di Mico ‘u Surdo e di cui si parla in “Mistero Bizzarro” sia quella che piace all’autore. I dettagli, i richiami storici nonostante l’ “autentico falso” che introduce l’opera però ci tolgono ogni sospetto. E’ la Calabria vera, estrema. Un merito in più all’autore per il contenuto che appassiona, la forma che coinvolge, e per avere deciso di darsi alla scrittura. W Mimmo Loiero. Un’ultima annotazione: tornando all’incipit dell’articolo a proposito di bicchierini da bere a ripetizione in un sol colpo, vi consiglio di fare altrettanto con “Mistero Bizzarro”. Leggetelo d’un fiato e rileggetelo: è “analcolico”, e al termine si è più lucidi per riflettere su ciò che ci circonda.

Fabio Guarna – Soverato News