La sera del 2 giugno il Lungomare di Soverato esalava nuvole di monossido di carbonio, anidride carbonica e ogni altro genere di puzza; senza dimenticare il rumore, sia quello inevitabile sia quello palesemente procurato da tubi di scappamento guasti o guastati.
Nasce spontanea, anzi nascono spontanee diverse domande:
– Soverato Marina è totalmente pianeggiante: perché i cortesi visitatori che vogliono passeggiare sul Lungomare non ritengono meglio iniziare la deambulazione un chilometro prima, quindi parcheggiare un poco più lontano?
– Perché i suddetti cercano per forza un posto a cento metri dal mare e passeggio?
– Perché altri illustri signori occupano un posto gratis dall’alba a notte fonda?
– Domanda fondamentale: che sappiamo dei PARCHEGGI A PAGAMENTO? A oggi 4 giugno non sto vedendo nessun segno blu o di altro colore se non bianco, cioè liberi.
– È mai possibile che ancora ci sia un commerciante o esercente turistico così arcaico da pensare che venda se gli parcheggiano davanti la porta? Ebbene sì, a Soverato ce ne sono; e ancora qualche illuso pensa che turismo sia “quanta gente…”. Turismo è mare, letti, coperti…
– A questo punto, domanda: i parcheggi a pagamento ci saranno o no? E se sì, quando?
– Passiamo al DOSSO: a Soverato basta qualche centinaio di metri di rettifilo perché qualche scemo a quattro o a due ruote si sogni di essere a Monza; dobbiamo aspettare un incidente per far sapere che ci sono limiti di velocità? Coraggio, una bella multa! Ah, il DOSSO, come mi è stato personalmente sussurrato, dovrebbe sorgere più o meno dalle parti della baracca: a oggi non c’è nessunissimo DOSSO.
Riceverò risposta? Certo che no.
Ulderico Nisticò