Montecristo: quadro storico


 Quando si crea uno sceneggiato desunto da un romanzo di due secoli fa, si farebbe bene a dare un quadro storico. È il caso di Montecristo, di cui poco e niente si capisce senza saperne di storia e di cronache francesi di quei remoti anni. In breve:

– Sconfitto in Russia, Napoleone I viene battuto dai Tedeschi a Lipsia (giugno 1813).

– Tenta di salvare qualcosa abdicando a favore del figlio ma Gran Bretagna, Austria, Prussia, Russia occupano la Francia.

– Viene posto sul trono di Francia il Borbone Luigi XVIII, fratello del decapitato XVI.

– Napoleone (attenti qui per Montecristo) viene collocato come principe sovrano dell’isola d’Elba, dove giunge il 14 aprile 1814. Chissà cosa sarebbe successo a lui, e forse anche alla storia d’Italia, se fosse rimasto tranquillo lì per altri trent’anni?

– E invece fugge l’1 marzo 1815, e sbarca in Francia. Il governo di Luigi XVIII ne ordina la cattura, ma l’esercito si schiera con lui. Famosi i titoli di un giornalone di Parigi, dal primo “L’orco è uscito dalla sua tana”; all’ultimo “L’imperatore entra nella sua capitale tra ali di folla osannante”: perfetto esempio di giornalismo leccone!

– Il 18 giugno, Napoleone viene battuto a Waterloo da Gran Bretagna e Prussia; e relegato a Sant’Elena, luogo lontanissimo dal mondo, dove morrà il 5 maggio 1821, ricordato lì per lì dal solo Manzoni.

– Ma cosa succedeva intanto, ai Francesi? Restavano tantissimi nostalgici di Napoleone, che ben presto formarono quello che possiamo chiamare partito bonapartista. Ecco dunque la congiura che, secondo Dumas, portava l’inconsapevole Dantès a far da tramite tra Napoleone ancora all’Elba e i nostalgici di Parigi. Arrestato dunque come bonapartista, quindi prima di marzo 1815, Dantès non viene liberato durante i Cento giorni, probabilmente perché giudici e secondini volpeschi stavano ad aspettare come andassero le cose; e, infatti, rimase in carcere dopo Waterloo.

– La Francia era una monarchia costituzionale per modo di dire: avevano diritto di voto 50.000 ricconi, e il parlamento veniva chiamato per irrisione “la chambre introuvable”, tanto era difficile incontrare un elettore.

– Luigi XVIII morì senza eredi nel 1824, e gli successe il fratello Carlo X. Abbattuto questi da una sommossa del 1830, venne trovato un compromesso, chiamando a regnare Luigi Filippo Borbone del ramo d’Orléans, con il titolo più democratico di re dei Francesi. Di questi e dei Borbone del ramo principale, e soprattutto di Maria Carolina Borbone Due Sicilie, senza dubbio la figura più interessante in mezzo a tutti i suddetti, diremo un’altra volta per non qui divagare.

– Quando inizia la pubblicazione di Montecristo (1844), siamo nel periodo di Luigi Filippo, momento di vivacità economica e, come traspare anche in Dumas, di carrierismo e corruzione.

– Un’altra insurrezione abbatte, nel 1848, Luigi Filippo, con una repubblica socialista, subito abbattuta a sua volta da una repubblica liberale sorretta dal partito cattolico e dal partito bonapartista, con la presidenza, di fatto dittatura, di Luigi Bonaparte, nel 1852 imperatore Napoleone III. Seguirono avvenimenti importantissimi anche per la storia d’Italia, che però sono poco conosciuti dalla cultura ufficiale e sinistrorsa, la quale seraficamente tenta di far credere che ha fatto tutto Mazzini, e completamente ignorati dai sedicenti borbonici. Napoleone III verrà sconfitto dai Prussiani nel 1870 e morrà in esilio inglese. Seguono la Terza, la Quarta e l’attuale Quinta repubblica.

È in mezzo a questi eventi, diciamolo vecchio proprio nel 1870, Edmondo diventa conte e ricchissimo, e anche dottissimo, e porta a termine la sua vendetta.

Ulderico Nisticò