Dal banco del mercato alla salute del pianeta: come il progetto Naturium educa al consumo consapevole e alla responsabilità collettiva
“C’è un gesto che compiamo ogni giorno quasi senza pensarci: mettere qualcosa nel carrello. Ma quel gesto è tutto fuorché neutro. Ogni acquisto è un voto, ogni scelta un posizionamento etico, ambientale, sociale. Il cibo che portiamo a tavola racconta non solo chi siamo, ma anche il tipo di mondo che vogliamo abitare”. È quanto afferma, in una nota, Giovanni Sgrò, fondatore del progetto culturale Naturium.
Una rivoluzione silenziosa ma potentissima, quella portata avanti da Sgrò in Calabria, nel cuore di un Sud spesso dimenticato ma ricco di risorse e idee. “Non si tratta solo di valorizzare i prodotti locali o di offrire un’alternativa commerciale ai soliti circuiti della grande distribuzione. Naturium è molto di più: è un’idea di comunità che si costruisce attorno al cibo come linguaggio di cura, di identità e di resistenza” il suo appassionato pensiero.
In un’epoca in cui il consumo è sempre più “chimico e alienato”, Naturium educa al “consumo consapevole, inteso come forma di cittadinanza attiva”. “Ogni barattolo, ogni bottiglia, ogni frutto selezionato racconta una storia: quella di chi coltiva senza veleni, di chi produce rispettando la terra e il lavoro umano, di chi crede che si possa crescere senza sfruttare” spiega.
Il progetto promuove la filiera corta, la stagionalità, l’agricoltura naturale, ma anche l’incontro, il dialogo, l’alleanza tra produttori e consumatori. “In questa visione, il mercato non è solo luogo di scambio economico, ma spazio civico, palestra di relazioni, laboratorio di futuro” la sua visione.
“Scegliere un prodotto Naturium significa scegliere un’altra idea di sviluppo, che non punta alla quantità ma alla qualità, non al profitto immediato ma alla sostenibilità a lungo termine. Significa difendere i piccoli produttori, custodire la biodiversità, proteggere la salute, costruire benessere reale” afferma Sgrò.
“E allora no, la spesa non è solo una routine domestica. È un atto politico. È una dichiarazione d’intenti. È un gesto che può nutrire non solo il corpo, ma anche la coscienza” le sue conclusioni.
In fondo, mangiare è un atto agricolo, diceva Wendell Berry. Naturium ci ricorda che può essere anche un atto etico e rivoluzionario.