Movida selvaggia a Soverato, rispondo a Maria Teresa Caridi


Gentile Signora Maria Teresa Caridi,
per la sua lettera pubblicata da SoveratoWeb, “Situazione invivibile a Soverato“, si prepari ad essere aggredita da orde di barbari che le urleranno contro “Siete vecchi”, “Siete morti”, “Andatevene a Serra”, “Dovete crepare”, “Lasciateci divertire!”.

E si prepari anche allo sdegno ipocrita dei gestori degli esercizi che supportano le stesse orde, i quali si fregiano dell’essere i fautori del “progresso di Soverato” e del “dare lavoro ai giovani”, quando sappiamo benissimo che nella maggioranza dei casi si tratta di schiavitù retribuita a circa trenta euro al giorno, per otto ore di lavoro e per sette giorni su sette, roba che nessun contratto di lavoro prevede e consente. I conteggi danno il risultato di euro 3,75 all’ora, e nessun diritto al giorno di riposo!

Sono proprio questi che inneggiano alla movida sfrenata, che altro non è che inciviltà, abuso di alcol, ubriacature, risse, in omaggio al fracasso, all’introito economico e alla totale assenza di regole.

Non so se ha letto l’intervento senza precedenti dell’Opera Salesiana Soverato che due giorni fa ha stigmatizzato tutto ciò, con parole come “responsabilità”, “collettività”, “capacità di pensare e l’esercizio critico della ragione”.

Confido che, appunto, “l’esercizio critico della ragione” possa innescare un’inversione di tendenza e questa sua è una dimostrazione che i cittadini finalmente ci esprimiamo portando fatti incontestabili. Le orde barbariche se ne facciano una ragione!

L’autorevole intervento dell’Opera Salesiana Soverato è comunque un gesto forte che ci da speranza. Chi deve riflettere, rifletta, ne ha grande responsabilità.

Grazie, cordiali saluti.
Lucia Talarico