La mappa criminale nella provincia catanzarese, distingue quattro aree, ciascuna caratterizzata dalla presenza di cosche che esercitano la loro influenza, evitando reciproche interferenze.
Nel comprensorio lametino operano le famiglie dei Iannazzo, con i loro collegamenti nel Vibonese e in altre regioni quali il Veneto e l’Emilia Romagna, dei Giampà, attualmente indeboliti a causo dello stato di detenzione di molti affiliati, dei Cerra-Torcaso-Gualtieri, storica famiglia mafiosa già decimata dalla guerra di mafia che la vide contrapposta ai Giampà e ai Iannazzo, oggi fortemente ridimensionata dalle numerose operazioni della Dda.
Nello stesso comprensorio lametino operano, alcuni gruppi minori, attivi soprattutto nei settori del movimento terra, del commercio di legname e della produzione di cippato. Costoro gestiscono le loro attività illecite con sufficiente autonomia, ma pur sempre sotto il controllo delle cosche dominanti: il riferimento è alle famiglie degli Scalise e dei Mezzatesta, coinvolti nel blitz antimafia Reventinum.
L’alto jonio-presilano è dominato dalla cosca dei Trapasso di San Leonardo di Cutro, operativa nelle estorsioni, nell’usura, nel traffico di sostanze stupefacenti, nonché nel reinvestimento dei proventi illeciti, soprattutto nel settore delle strutture turistiche della costa; influente in questo comprensorio soprattutto nell’area presilana, anche la famiglia Arena.
L’area territoriale del catanzarese in senso stretto vede l’ingerenza delle principali famiglie del Crotonese: gli Arena e i Grande Aracri di Cutro, che operano attraverso tre articolazioni locali di riferimento, radicate in altrettante zone del capoluogo: i Gaglianesi, il gruppo della frazione Lido, e quello degli zingari.
Il comprensorio soveratese è dominato da compagini criminali che risultano strettamente collegate con cosche potenti della provincia di Reggio Calabria e con gruppi ben radicati in altre regioni d’Italia e all’estero, il riferimento è alla potente cosca Gallace, cui si riconducono cellule ‘ndranghetiste operanti nel Lazio, in Lombardia e in Germania, della cosca federata degli Iozzo-Chiefari , dei Procopio- Mongiardo-Sia.