La Squadra Mobile di Reggio Calabria all’alba di oggi ha catturato all’interno di un’abitazione rurale del comune di Rizziconi, nel Reggino, il latitante Giuseppe Crea di 56 anni.
La cattura giunge a conclusione di indagini della Sezione criminalità organizzata e catturandi, coordinate dal procuratore aggiunto Gaetano Calogero Paci e dai sostituti Francesco Ponzetta e Giulia Maria Scavello della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria, diretta dal procuratore capo Giovanni Bombardieri.
Quando si trovava a Spoleto (PG) in regime di semilibertà, Crea si era sottratto il 16 gennaio 2021 all’esecuzione dell’ordine di carcerazione emessa il giorno prima dalla Procura generale presso la Corte d’appello di Firenze, dovendo espiare la pena di 8 anni di reclusione a seguito di condanna riportata per una serie di reati commessi nel 2008, in concorso con altri soggetti, nel territorio della provincia di Siena – con le aggravanti mafiose – quali violenza privata, rapina, lesioni personali, furto, incendio, danneggiamento a seguito di incendio.
Per tali reati il 19 luglio 2010 il gip di Firenze su richiesta della Dda fiorentina aveva emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei suoi confronti e di altri sei indagati.
La Cassazione aveva rigettato il ricorso il 14 gennaio 2021 di Crea, confermando la condanna inflitta il 13 maggio 2019, a 8 anni di reclusione, dalla Corte d’appello di Firenze. Giuseppe Crea è nipote di Teodoro classe 1939, ritenuto elemento di vertice della cosca di ‘ndrangheta di Rizziconi, attualmente detenuto, nonché cugino di primo gradi dei figli dell’anziano boss, Giuseppe Crea e Domenico Crea, entrambi detenuti e arrestati dalla Squadra mobile reggina dopo numerosi anni di latitanza rispettivamente il 29 gennaio 2016 e il 2 agosto 2019.
Il 3 febbraio 1991, nel corso di una lite per futili motivi, l’odierno arrestato Giuseppe Crea a Rizziconi uccise a colpi d’arma da fuoco un uomo di 31 anni e per tale delitto fu condannato dalla Corte d’assise di Palmi a 26 anni di reclusione, pena confermata in appello. Dopo poco più di tre anni di latitanza fu catturato dalla Squadra Mobile di Reggio Calabria, il 21 febbraio 1994, a Montecatini Terme, dove aveva trovato rifugio presso un conterraneo.