‘Ndrangheta, il filo oscuro dalla Calabria a Milano: Affari, recupero crediti e l’ombra di “Facciazza”


La città della Madonnina, centro nevralgico dell’economia italiana, si conferma ancora una volta territorio di conquista per la ‘ndrangheta. Una recente inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia ha svelato un complesso intreccio di affari e potere criminale che lega la potentissima cosca Piromalli di Gioia Tauro al capoluogo lombardo, con l’ombra lunga di un nome storico: “Facciazza”.

​I Piromalli a Milano: L’Eredità Criminale
​Al centro delle indagini ci sono i figli di Giuseppe Piromalli, detto “Facciazza,” un boss di altissimo profilo, per anni inserito nella lista dei latitanti più pericolosi d’Italia.

Nonostante l’attività storica della cosca sia radicata nel controllo del porto di Gioia Tauro e nei settori agroalimentare e immobiliare, le mire espansionistiche si sono da tempo concentrate sul ricco Nord Italia, in particolare su Milano.

​Già in passato, l’operazione “Provvidenza” aveva messo in luce come Antonio Piromalli, uno degli esponenti di spicco della famiglia, avesse assunto il controllo dell’Ortomercato di Milano, dominando il mercato ortofrutticolo attraverso una rete di imprese e sfruttando il “metus mafioso” per imporre il proprio volere. Antonio Piromalli, che viveva a Milano, aveva un ruolo centrale nelle attività in Lombardia della famiglia.

​Il Caso del “Recupero Crediti”: 25.000 Euro alla Cosca

​L’inchiesta più recente ha fatto emergere un dettaglio significativo e emblematico delle modalità operative della ‘ndrangheta a Milano: l’attività di “recupero crediti” in stile mafioso.

​Gli uomini legati ai Piromalli si sarebbero attivati per incassare un debito di 25.000 euro per conto di un’azienda successivamente fallita. Questo meccanismo è un classico esempio di come la criminalità organizzata si inserisca nel tessuto economico legale, offrendo servizi extralegali di “risoluzione” delle controversie.

​Come funziona il meccanismo:
​L’Azienda in Debito: Una società, pur fallita, vanta un credito che difficilmente recupererebbe per vie legali.
​L’Intervento della Cosca: I referenti a Milano della cosca Piromalli vengono interpellati per la riscossione.
​Il Metodo Mafioso: Gli indagati, forti del nome e del prestigio criminale del clan, impongono il pagamento con la minaccia e la violenza implicita ed esplicita del “metus” mafioso.
​La Percentuale: Una volta riscosso il debito, una parte significativa, in questo caso i 25.000 euro, sarebbe stata intascata dalla cosca come compenso per il “servizio.”

​Questa dinamica non solo evidenzia la liquidità e la capacità di infiltrazione della ‘ndrangheta, ma anche la sua disponibilità a operare come vera e propria “banca alternativa” e agenzia di riscossione per chi, per scelta o per necessità, preferisce affidarsi alla forza criminale anziché allo Stato.

​La rete lombarda: Nomi chiave e interessi diffusi
​Le indagini hanno nuovamente confermato la presenza di esponenti dei Piromalli in Lombardia, tra cui i figli del boss. Oltre al settore agroalimentare già noto, gli interessi si estendono all’immobiliare e, secondo recenti operazioni, anche in attività commerciali della cosiddetta “Milano da bere”, con il sequestro di locali e attività gestite tramite prestanomi.

​L’operazione in corso mira a recidere il “filo invisibile” che lega la ‘ndrangheta calabrese alla Madonnina, un legame basato sul potere criminale, sulla violenza implicita e sulla capacità di penetrazione nel sistema economico-finanziario di una delle regioni più ricche d’Europa. La lotta al clan Piromalli a Milano, dunque, continua, confermando come la ‘ndrangheta sia ormai un problema non più solo del Sud, ma una minaccia radicata nel cuore del Nord produttivo.