‘Ndrangheta – Imponente operazione antidroga in Calabria, 45 misure cautelari


La droga arrivava dal Reggino, in particolare da Platì, storica roccaforte della ‘ndrangheta, poi veniva spacciata nelle piazze della Valle dell’Esaro, nel Cosentino, dominio della famiglia Presta. Fiumi di eroina, cocaina e marijuana che fluivano attraverso i canali di smercio del clan. Questo lo scenario ricostruito dalla Dda di Catanzaro e dalla Polizia, che stamane, attraverso il servizio centrale operativo e le squadre mobili di Cosenza e Catanzaro, supportati da pattuglie di diversi Reparti Prevenzione Crimine, nonché dalle Squadre Mobili delle Questure di Reggio Calabria, Monza-Brianza, Viterbo e L’Aquila, hanno eseguito un’ordinanza di applicazione di misure cautelari nei confronti di 45 persone. Partecipazione a una associazione, armata, finalizzata al traffico e allo spaccio di sostanza stupefacente, l’accusa ipotizzata a vario titolo. L’ordinanza cautelare è stata emessa dal GIP presso il Tribunale di Catanzaro, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia del capoluogo della Calabria.

Un’organizzazione dagli assetti ben definiti, dedita avendita, cessione, distribuzione, commercio, trasporto, consegna, acquisto, ricezione o comunque illecita detenzione di ingenti quantitativi di marijuana, hashish e cocaina. Ad alcuni degli indagati sono stati contestati altri reati, come estorsione,ricettazione, porto e detenzione abusive di armi). L’operazione, è stato spiegato nel corso di una conferenza stampa, rappresenta la conclusione di un’indagine, condotta dalla Polizia di Stato sotto il coordinamento della Dda. La gang era operante nel territorio dell’intera Valle dell’Esaro facente capo ad esponenti della famiglia Presta, grazie al legame con Francìo Presta, ì storica figura del contesto della ‘ndrangheta cosentina, egemone sul territorio.

L’organizzazione criminale controllava ì i comuni di Tarsia, Roggiano Gravina, San Lorenzo del Vallo, Spezzano Albanese, Acri, esercitando il suo potere mediante una capillare e, duicono gli inquirenti, asfissiante imposizione dei propri spacciatori nelle varie piazze di spaccio, nonché di quella dei canali di approvvigionamento e rifornimento della sostanza stupefacente.

La cocaina, in particolare, arrivava da fornitori reggini vicini alle cosche di Platì (RC). Le indagini hanno consentito di ricostruire numerosi episodi di spaccio di sostanza stupefacente e di procedere a sequestri di stupefacente di vario tipo, e arresti in flagranza di reato, in distinte occasioni. E’ stata poi ricostruita, in diverse circostanze, la disponibilità, da parte degli esponenti dell’associazione criminale, di armi da fuoco, anche da guerra, nonché la consumazione di reati contro il patrimonio causati da insolvenze nel pagamento delle varie di partite di stupefacente approvvigionato.

Contestualmente all’esecuzione delle misure cautelati personali, grazie agli accertamenti effettuati dal personale specializzato della IV Divisione del Servizio Centrale Operativo è stata data esecuzione ad un articolato provvedimento di sequestro preventivo di terreni, edifici e beni (2 imprese individuali e 32 immobili) riconducibili ad alcuni degli indagati, in particolare a Francesco Ciliberti, oltre che ad Antonio, Giuseppe e Roberto Presta, per un valore complessivo di circa 2 milioni di euro, nonché al sequestro di 3 autovetture.